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Assalto al B&b di Pompei: 34 anni di cella ai rapinatori di Castellammare
Il tribunale di Castellammare
CRONACA
6 maggio 2021
Assalto al B&b di Pompei: 34 anni di cella ai rapinatori di Castellammare
Ciro Formisano

Tre condanne per trentaquattro anni di carcere complessivi. Si chiude con questo verdetto il processo di primo grado, con rito abbreviato, a carico di 3 imputati coinvolti nell’indagine sulla rapina con sequestro di persona all’interno di un bed and breakfast di Pompei. Ieri pomeriggio il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Torre Annunziata, Francesco Todisco, ha condannato a 13 anni di carcere a testa Mario Martinelli, 38enne di Castellammare di Stabia e Giovanni Torrisi, di Catania. Otto anni, invece, è la pena inflitta ad Antonio Amendola, ventitreenne di Castellammare. I tre, assieme a Carmine Casciello – l’unico ad aver optato per il rito ordinario – sono accusati di aver partecipato al folle raid messo a segno all’interno di “Villa Aurelia”, struttura ricettiva della città mariana. Secondo le accuse i quattro sospettati, con la complicità di altri soggetti, avrebbero fatto irruzione nel B&b alle 3 e 30 del mattino del 9 agosto 2020. Usando due auto rubate, di cui una munita di lampeggiante, si sarebbero presentati come carabinieri. Il tutto indossando persino alcune pettorine delle forze dell’ordine. Una volta dentro i banditi avrebbero tirato fuori le armi dividendosi in due gruppi. I rapinatori hanno ammanettato i titolari della struttura chiedendo ai proprietari di consegnare loro 13.000 euro in contanti. E non solo. La gang ha fatto irruzione in alcune stanze minacciando, armi in pungo, i turisti presenti. Una volta preso possesso della struttura i criminali – sempre secondo la ricostruzione dell’accusa – si sarebbero impossessati di oggetti di ogni genere: 22 orologi, 4 paia di orecchini, bracciali, catenine, un collier, carte di credito e quasi 14.000 euro in contanti. Nel corso del colpo, però, un ospite della struttura riesce a contattare le forze dell’ordine. Sul posto arrivano così i carabinieri, quelli veri. Le indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata si stringono anche attorno agli altri complici. Vengono arrestate 4 persone, tutte finite sotto inchiesta e adesso a processo. Completamente recuperata la refurtiva: denaro contante, orologi e gioielli che sono stati restituiti alle vittime. Nel corso delle operazioni sono state sequestrate quattro pistole (di cui due a salve), vario munizionamento, manette, casacche con la scritta carabinieri, un Jammer, una “paletta” simile a quelle utilizzate dagli uomini dell’Arma, guanti, passamontagna e un’auto rubata, in cui era stato installato anche un lampeggiante.Per gli imputati la Procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato a gennaio per i reati di sequestro di persona, rapina e detenzione di armi. Da qui la decisione di 3 imputati di optare per il rito abbreviato e la sentenza. Sia a Martinelli che a Torrisi è stata riconosciuta la recidiva (entrambi sono pregiudicati), mentre Amendola è incensurato. Nei prossimi mesi verranno depositate le motivazioni del verdetto e gli avvocati del collegio difensivo potranno decidere se presentare ricorso in Appello.

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