Torre del Greco. Il primo tratto di via Sant’Elena è una lingua d’asfalto in mezzo a due vasti fondi agricoli. Una strada con una vista mozzafiato sul Vesuvio in cui – verosimilmente a cavallo tra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila – sono spuntate case e ville come funghi: alcune attraverso la legittima e legale trasformazione di vecchi ruderi e cascine, la maggioranza come frutto di spregiudicate speculazioni portate avanti senza rispetto di regole e ambiente. Un vero e proprio regno dell’abusivismo edilizio, portato a galla dai controlli effettuati negli ultimi mesi dagli agenti del locale comando di polizia municipale in collaborazione con i tecnici del settore urbanistica dell’ente di palazzo Baronale: accertamenti e verifiche sfociate in una raffica di ordinanze di demolizione per ripristinare lo stato dei luoghi e spazzare via le colate di cemento selvaggio diventate l’emblema dell’ennesimo sfregio il territorio a un territorio martoriato dai reati ambientali.
Denunce e blitz
Al regno dell’abusivismo a due passi dal nuovo casello della Napoli-Salerno i caschi bianchi del comando di largo Costantinopoli sono arrivati dopo una serie di «segnalazioni» di fonte anonime. Vere e proprie denunce incrociate, capaci di scoperchiare il vaso di Pandora degli interventi fuorilegge eseguiti da coloni e proprietari terrieri per realizzare le proprie «oasi da sogno» ai piedi del vulcano più famoso del mondo. Il tutto, ovviamente, senza alcuna autorizzazione. Sono una quindicina, fino a oggi, le irregolarità scoperte da vigili urbani e tecnici comunali tra il primo tratto di via Sant’Elena e le varie traverse della zona: in larga parte si tratta di tettoie, ampliamenti o box per auto, ma non mancano veri e propri immobili costruiti dal nulla. E ora destinati – alla luce delle ordinanze di demolizione firmate dall’architetto Giuseppe D’Angelo, dirigente del settore Urbanistica – a essere rase al suolo.
Gli abusi eccellenti
Tra i destinatari degli ordini di abbattimento ci sono anche nomi «noti» in municipio perché gli agenti di polizia municipale – durante i controlli in via Sant’Elena – hanno bussato alla porta di Vittorio Sorrentino, padre della neo-responsabile del settore avvocatura dell’ente di palazzo Baronale. Ma proprio nella casa dei genitori della dirigente di ferro del Comune – Luisa Sorrentino è conosciuta per la sua intransigenza e solerzia amministrativa – i vigili urbani hanno riscontrato la bellezza di 13 violazioni edilizie. A partire dall’abitazione di circa 85 metri quadrati realizzata senza alcuna autorizzazione per finire al terrazzo a livello di circa 130 metri quadrati parzialmente delimitato con muri di lapillo e piccoli cancelli in ferro. E poi una cantina interrata di 15 metri quadrati, una casetta in legno di 12 metri quadrati adibita a deposito, una serie di tettoie di copertura e perfino una cuccia per il cane di circa 3 metri quadrati. Tutto abusivo, come evidenziato dalla relazione stilata al termine dei certosini accertamenti dei vigili urbani e dei tecnici comunali. Ora il destinatario dell’ordinanza avrà 90 giorni di tempo per cancellare a proprie spese lo scempio ambientale. In caso contrario, potrebbe subito scattare una prima multa da 20.000 euro.
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