Dal 2015 nulla è cambiato per gli oli extravergini di oliva. Il commento del Dott. Gianfranco De Felici, ex Capo Panel dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma, suffragato dal parere del Capo Panel storico del Premio Sirena d’Oro Prof. Giovanni Pipolo. La testata giornalistica “Il Salvagente.it” segue da tempo e con molta attenzione il mercato dell’olio di oliva con particolare riguardo alla verifica della qualità degli oli in commercio ed etichettati come “Extravergini”. Tale attività ha come scopo primario la difesa della qualità e la tutela dei consumatori. L’ultima vicenda venuta alla luce ha posto in evidenza come 7 oli “extravergini” su 15 totali, prelevati dal commercio ed analizzati presso il panel dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma, non siano conformi, per la presenza di difetti, avvalora i risultati di un analogo test effettuato nel 2015. Anche in quel caso il panel delle Dogane aveva riscontrato che il 45% degli oli analizzati erano risultati non extravergini.Riguardo al test del 2015, di cui ne parlo per esperienza diretta in quanto al tempo ricoprivo il ruolo di capo panel dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma, fui chiamato a commentare i risultati allora ritenuti “sorprendenti ed inaspettati” in trasmissioni in onda non solo sulla televisione italiana ma anche in quella della Svizzera italiana. Con rammarico devo constatare che nonostante il clamore che il caso aveva allora suscitato nulla è cambiato. Purtropporimane il fatto che ancora oggi non si ha la certezza che nella bottiglia che acquistiamo ci sia olio “extravergine” di oliva come dichiarato in etichetta. Quanto sopra disorienta il consumatore che si chiede quale olio deve acquistare per non correre il rischio di essere ingannato. La risposta è semplice e chiara, scegliere oli DOP (Denominazione di Origine Protetta) o IGP (Indicazione Geografica Protetta). Infatti, gli oli che riportano in etichetta la dicitura ed il logo comunitario DOP/IGP hanno ottenuto, PRIMA dell’immissione in commercio, una certificazione di conformità riguardo la qualità e l’origine da parte di un Organismo di controllo, autorizzato dal MiPAAF. Nessun tipo di controllo ufficiale preventivo èprevisto, invece, per gli “extravergini”. Il premio “Sirena d’Oro di Sorrento” è l’unico in Italia che dal2002 ha come obiettivo la valorizzazione degli oli DOP e IGP nazionali per favorirne la conoscenza da parte dei consumatori, rafforzandone la presenza sui mercati dando così la possibilità alle aziende produttrici di tali eccellenze di avere fiducia nel presente ed essere pronti ad affrontare con forza e determinazione le sfide del futuro. Di Gianfranco De Felici e Giovanni Pipolo Note a cura degli Organizzatori dell’edizione 2021 del Premio Nazionale riservato agli oli certificati DOP e IGP Italiani. • I terreni olivetati per la produzione di olio extravergine di oliva certificato DOP o IGP devono obbligatoriamente ricadere nell’areale previsto dal disciplinare.• I terreni olivetati devono rispettare il disciplinare di produzione per le varietà ammesse e devono essere censiti sui fogli mappali sia per consistenza di superficie che di numero di alberi di olivo. Questo a cura dell’ente di certificazione affinché tali terreni possano essere iscritti ufficialmente nell’elenco delle superfici olivetate dell’areale. • Successivamente, entro il mese di maggio di ogni anno tali terreni solo soggetti a visite di controllo dell’ente di certificazione per stabilirne l’idoneità alla produzione e alla verifica dei trattamenti agronomici e colturali.• Prima che inizi la raccolta l’ente certificatore notifica al coltivatore/produttore la quantità massima ammissibile di olive in base alla superficie nel rispetto del disciplinare. (esempio in Penisola Sorrentina sono ammessi per oliveti secolari massimo 90 quintali di olive per ettaro che daranno luogo ad una produzione di olio in base alla resa prevista dal disciplinare).• Prima dell’inizio della raccolta delle olive il produttore comunica la data all’ente terzo notificato dichiarando anche la tracciabilità della filiera (frantoiano iscritto e deposito autorizzato).• Ogni giorno di raccolta il produttore con documento di trasporto trasmette al trasformatore (frantoiano) il quantitativo raccolto e le particelle catastali di provenienza.• Il trasformatore, nell’arco delle 24 ore dalla raccolta, definisce la quantità di olio prodotta e il luogo autorizzato dove essa viene depositata e contestualmente notifica alle competenti autorità tutte le operazioni per consentirne la tracciabilità (non solo dell’olio ma anche dei residui di produzione, sanse e acque reflue con i loro smaltimenti ufficiali).• Alla fine dell’annata della raccolta delle olive il produttore richiede all’ente terzo notificato il prelievo ufficiale dei campioni di olio del lotto che intende certificare dal sito dove il frantoiano ne ha dichiarato lo stoccaggio. • L’ente terzo notificato effettua i prelievi ufficiali e, successivamente, suffragato dai risultati sia chimico/fisici (da laboratorio autorizzato dal MiPAAF) che organolettici (Panel di assaggio riconosciuto) rilascia il certificato di conformità del lotto. • Il lotto di olio DOP o IGP così certificato deve obbligatoriamente essere imbottigliato nell’areale di produzione con contenitori numerati e riportanti il logo comunitario.• Solamente dopo tutte queste operazioni tracciate gli oli DOP e IGP entrano nella catena della commercializzazione con la tracciabilità di tutti gli altri alimenti. Per conoscenza si riporta la scheda delle superfici olivetate di un’azienda della Penisola Sorrentina da dove si evincono fogli, particelle catastali, numerica e tipologia degli olivi validata dai CAA, esiti delle analisi chimico/fisiche e organolettiche e infine l’attestato di conformità.
ULTIM’ORA
12 maggio 2021
Sirena d’oro di Sorrento: il commento di De Felici, ex capo panel Agenzia entrate