Nella campagna vaccinale anti Covid è necessario integrare il sistema della prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, accanto a una campagna di comunicazione istituzionale e a strategie di persuasione individuale. E’ il parere della Fondazione Gimbe, espresso alla luce del fatto che nella fascia d’età compresa fra 70-79 anni è ancora scoperta una persona su quattro e lo è una su due nella fascia fra 60 e 69 anni.
La Fondazione osserva che “Il 68% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con le Province autonome di Trento e Bolzano che si avvicinano all’80%” e rileva “notevoli differenze regionali nelle fasce over 80 e 70-79 anni, mentre quella 60-69, a fronte di un rilevante impatto sulle ospedalizzazioni, è ancora molto indietro”. In particolare fra i 4,4 milioni over 80, il 77% (pari a 3.403.495) ha completato il ciclo vaccinale e 576.609 (13%) ha ricevuto solo la prima dose; fra gli oltre 5,9 milioni della fascia 70-79 anni il 18,1% ha completato il ciclo (1.081.772) e il 55,9% (3.338.076) ha ricevuto solo la prima dose; degli oltre 7,3 milioni che hanno fra 60 e 89 anni, il 12,3% (903.125) ha completato il ciclo vaccinale e il 38,2% (2.811.161) ha ricevuto solo la prima dose; infine ai soggetti fragili e i loro caregiver sono state finora somministrate 4.751.094 dosi. In generale “il mancato sprint della campagna vaccinale è influenzato dalla mancata somministrazione di 1.286.041 dosi di AstraZeneca”, osserva Renata Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe. Le scorte inutilizzate di questo vaccino vanno dal 4,7% del Molise al 46% della Sicilia. “Tenendo conto che l’uso preferenziale di questo vaccino è negli over 60, è inevitabile – aggiunge Gili – che i rifiuti influenzino la copertura vaccinale in questa classe d’età”
La campagna vaccinale è diventata ‘Pfizer-dipendente’
A un mese e mezzo dalla fine del semestre devono essere ancora consegnate circa 50 milioni di dosi, quasi due terzi di quelle previste dal piano vaccinale, in una campagna vaccinale che sta diventando sempre più ‘Pfizer-dipendente’: lo rileva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, nell’ambito del monitoraggio settimanale della Fondazione. “Al di là di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca – osserva – finora Johnson & Johnson ha consegnato solo ‘briciole’ e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell’Ema. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente”. Cartabellotta osserva poi che a fronte della alte percentuali di over 60 non ancora coperte dalla prima dose del vaccino, “da un lato si offre alle Regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall’altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno ‘costretto’ ad estendere l’intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRNA”.
Figliuolo, previsti bilanciamenti delle Regioni su Astrazeneca
Ci saranno ulteriori bilanciamenti sul vaccino di AstraZeneca, con il consenso delle regioni interessate. L’obiettivo è di vaccinare il più possibile senza tenere nulla in magazzino. Tali bilanciamenti saranno provvisori e puntano comunque – in seguito – a un recupero per il mantenimento della distribuzione di vaccini per numero di abitanti. È quanto si apprende dalla struttura commissariale di Francesco Figliuolo. A chiedere ulteriori bilanciamenti erano state alcune regioni, tra cui Veneto, Lombardia e Piemonte.
In Campania, 1 milione e 650 mila vaccinati
Alle ore 12 del 13 maggio 2021 in Campania sono stati vaccinati con la prima dose 1.656.993 cittadini. Di questi, 622.370 hanno ricevuto la seconda dose. Lo rende noto l’ Unità di crisi della Regione Campania. Le somministrazioni effettuate sono state, in totale, 2.279.363.