Un durissimo esposto, molto dettagliato, che solleva nuove ombre sulla regolarità delle elezioni di Sorrento dello scorso ottobre. E’ quello finito nelle ultime ore sulle scrivanie del ministro dell’interno Luciana Lamorgese e del Guardasigilli Marta Maria Cartabia. A firmare la denuncia è ancora una volta il dottor Bruno Morelli: si tratta di un parente delle vittime della tragedia del primo maggio 2007 quando, a causa del crollo di una gru in piazza Sant’Antonino, Claudia Fattorusso Morelli e Teresa Reale persero la vita, ferite a morte dal cestello.
Morelli è dell’avviso da tempo che le elezioni Comunali del 2020 – che hanno visto trionfare l’attuale sindaco Massimo Coppola al ballottaggio – debbano essere annullate poiché Marco Fiorentino – eletto consigliere comunale di opposizione ma successivamente non proclamato dalla commissione elettorale – non avrebbe potuto candidarsi alla carica di sindaco di Sorrento. Motivo? Proprio la condanna definitiva incassata per la tragedia del primo maggio 2007: Fiorentino, nelle vesti di imputato, è stato riconosciuto colpevole dalla Corte di Cassazione già nel 2015 per il reato di omicidio colposo. Una condanna che, come ravvisa Morelli, ha procurato l’incandidabilità.
La vicenda Fiorentino e il rischio di annullare le elezioni sono già oggetto di due contenziosi. Il primo è incardinato dinanzi ai giudici del Tribunale amministrativo regionale della Campania a cui Morelli si è rivolto nelle scorse settimane chiedendo di annullare le Comunali 2020. Il secondo invece è una causa ordinaria che si sta celebrando al Tribunale di Torre Annunziata: in questa sede Fiorentino ha fatto ricorso impugnando la sua mancata proclamazione ritenendola una decisione non fondata. Si sperava in tempi brevi di giungere a un verdetto ma le cose vanno per le lunghe: nei giorni scorsi, infatti, c’è stato un rinvio dell’udienza al prossimo 10 giugno a causa dell’improvviso congedo di un magistrato chiamato a dirimere la questione. Dopo la pronuncia del Tribunale di Torre Annunziata, che dovrà esprimersi sulla bontà o meno dell’esclusione di Fiorentino dal consiglio comunale di Sorrento, il Tar riprenderà il giudizio amministrativo seppur con un’apposita ordinanza abbia già espresso un concetto evidente. Ovvero: qualora Fiorentino, in sede ordinaria, si vedesse confermare l’incandidabilità, a quel punto il Tribunale amministrativo annullerà tempestivamente le elezioni e costringerà la città di Sorrento a dover nuovamente tornare alle urne passando da un commissario prefettizio.
In tutto ciò, Morelli – affiancato da parenti e amici – prosegue con determinazione nelle sue iniziative. L’ultima della serie è proprio la decisione di sottoporre a Lamorgese e Cartabia la vicenda delle elezioni di Sorrento, la posizione di Fiorentino, i comportamenti del Comune di Sorrento e, colpo di scena, anche della Prefettura di Napoli. Sì, perché stando al dossier di Morelli, sotto i riflettori dei ministri finiscono inediti elementi alquanto “singolari” circa i tempi di trasmissione e comunicazione delle sentenze e degli atti giudiziari di Fiorentino.
A iniziare da un dettaglio non da poco: Fiorentino fu condannato nel 2015, non avrebbe potuto più non solo candidarsi, ma restare in consiglio comunale. La sua decadenza fu votata soltanto qualche anno più tardi dal consiglio comunale di Sorrento che si attivò solo quando partì l’azione legale per il recupero delle somme anticipate dall’ente a titolo di provvisionale alle parti offese della tragedia.
Senza dimenticare che, così come statuito dalla magistratura, Fiorentino deve rimborsare il Comune per svariate centinaia di migliaia di euro. Un recupero di somme che se non dovesse avvenire in tempi e modi corretti potrebbe portare la Procura regionale della Corte dei Conti ad aprire un procedimento per danno erariale.