Scovare i soldi della camorra, mettere le mani su case e beni messi insieme dalla criminalità organizzata con il traffico di sostanze stupefacenti e le estorsioni, per evitare che vengano riciclati in attività poi intestate a prestanome e difficilmente raggiungibili. E’ questo l’obiettivo dell’Antimafia che sta impegnando tutte le sue forze per risalire ai capitali sporchi e metterli sotto sequestro.Una strategia investigativa che emerge chiara dalle informative depositate agli atti del processo al Terzo Sistema, la neonata cosca di Moscarella, fondata da Raffaele Polito e Silverio Onorato, con l’ambizione di sfidare i clan D’Alessandro e Cesarano che da decenni si spartiscono il territorio.Tra gli atti del processo che presto aprirà i battenti è stata depositata un’informativa del commissariato di polizia di Castellammare di Stabia, che lo scorso 9 febbraio riuscì a sequestrare 61mila euro in contanti che erano nascosti tra il garage e l’appartamento di due coniugi, di 76 e 68 anni, residenti in via Surripa, al centro della città. I poliziotti stavano indagando proprio sulla cosca di Moscarella, quando attraverso un informatore sono riusciti a risalire ai due pensionati che avevano rapporti di parentela con i fratelli Raffaele e Luciano Polito, e lo zio Luigi, tre pregiudicati ritenuti al vertice del Terzo Sistema.
Oltre ai soldi vennero ritrovate anche alcune cartucce, a conferma – secondo gli investigatori – del collegamento con il nuovo clan di Moscarella.I 61mila euro sono stati sequestrati, anche a seguito, di una minuziosa attività d’indagine patrimoniale degli agenti guidati dal primo dirigente Pietro Paolo Auriemma e del vicequestore Manuela Marafioti, che sono risaliti alle dichiarazioni dei redditi presentate dai due pensionati, fin dal 2007.E’ proprio sulle indagini patrimoniali che da tempo si stanno concentrando le forze dell’ordine a Castellammare di Stabia, perché l’obiettivo è quello di stroncare la continuità dell’attività criminale. Non è un caso che l’ultima retata messa a segno a Scanzano con le inchieste Domino e Domino 2, sia stata accompagnata da numerosi sequestri. In particolare gli investigatori misero sotto chiave: sei autovetture e due moto di grossa cilindrata, due appartamenti, undici tra conti correnti, libretti di risparmio e carte di credito, tre imprese attive nei settori della ristorazione e dell’edilizia, per un totale di 6 milioni di euro.Tutti sequestri preventivi finalizzati alla confisca.Un lavoro particolarmente prezioso per assestare duri colpi alle organizzazioni criminali di Castellammare, che riescono a sopravvivere agli arresti proprio per via della forte disponibilità economica. Una ricchezza accumulata con i traffici di droga e le estorsioni messe a segno ai danni degli imprenditori strozzati da una camorra senza scrupoli.