Salerno. Nota nel mondo come la “città della musica”, da venerdì sera Ravello e il suo festival sono finiti alla ribalta per lo scontro tra il governatore De Luca e Roberto Saviano che ha portato alle dimissioni del direttore Antonio Scurati, una vicenda che ha diviso anche la politica.
“Aspetto Roberto Saviano e Antonio Scurati alla prossima Festa Nazionale del Pd. Invito permanente” ha twittato oggi il segretario Pd, Enrico Letta, che, di fatto, ha preso le distanze dal presidente campano (dem) Vincenzo De Luca. Ma a Letta ha replicato con una ‘lettera aperta’, firmata dal consigliere anziano Paolo Imperato, la Fondazione che afferma: “Eventi, che esulano dalla musica, peraltro mai proposti agli organi statutari, ma frutto di estemporanee e solitarie iniziative, sono sicuramente coerenti con la Festa dell’Amicizia, ma estranei ad un Festival, di rilievo internazionale, della musica, che non ha colori politici”.
A far scoppiare il caso sono state ieri alcune dichiarazioni al vetriolo di De Luca che hanno provocato le dimissioni immediate di Antonio Scurati, nominato alla guida della Fondazione Ravello a inizio giugno. Nel mezzo il video-denuncia di Roberto Saviano che, attraverso i social, ha tuonato: “Vincenzo De Luca blocca la mia presenza al Ravello Festival. Nessun problema, don Vicié, non ci sarò…”.
Lo scrittore a fine agosto avrebbe dovuto partecipare ad uno dei quattro incontri organizzati a Ravello da Scurati. “Gli eventi che si propongono non devono essere segnati da conflitti di interesse da parte di chi li propone” aveva affermato l’ex sindaco di Salerno nel consueto appuntamento su fb del venerdì, innescando una reazione a catena. “Sento il dovere di esprimere la solidarietà e le scuse alle personalità mortificate da una delle più infelici pagine della politica”, ha attaccato l’ex governatore Stefano Caldoro, a capo dell’opposizione di centrodestra nel Consiglio regionale. “Agli amici di Ravello – ha aggiunto – anche in nome dei fasti passati ai quali ho dato il mio modesto contributo e sostegno senza mai interferire con le scelte delle autorevoli personalità che sedevano negli organi della Fondazione, va tutta la mia vicinanza e affetto”.
Scurati, nel rassegnare le dimissioni, aveva denunciato in una lettera inviata al cda che “i soci fondatori della Fondazione Ravello non rispettano la libertà intellettuale e ignorano i valori della cultura”. Posizione condivisa anche dal sociologo Domenico De Masi, per due volte alla guida della fondazione ravellese. “Io – ha detto all’ANSA – sono stato presidente due volte, una volta per otto anni quando c’era Bassolino e poi di nuovo quando c’era De Luca. Dopo tre mesi ho fatto la stessa cosa che ha fatto Scurati, me ne sono andato, ho dato le dimissioni perché c’era un’interferenza continua”. Uno scenario che secondo il sindaco di Ravello, Salvatore Di Martino non corrisponde alla realtà. “Non è vero – ha detto – che nella Fondazione c’è un’ingerenza forte della politica, anche io per fare manifestazioni ho dovuto chiedere per ottenere. Vale per tutti, anche per il presidente”. Antonio Bassolino, candidato sindaco di Napoli ed ex governatore, ha suggerito di respingere le dimissioni di Scurati ritenendola “una saggia e doverosa scelta”.
A Enrico Letta, come detto, ha replicato la Fondazione affermando che “gli organi, preposti alla programmazione culturale, sono composti da persone libere e autonome non meno dei signori Scurati e Saviano. È montata – sulle dimissioni del dott. Scurati – una polemica politica, a cui il suo post odierno rischia di fare da sponda, su una vicenda rispetto alla quale la ‘politica’ non c’entra nulla. Sarebbe opportuno che prima di trasformare in martiri della libertà persone che non lo sono, ci si informasse sui fatti. La ragione del Festival di Ravello è la realizzazione di eventi musicali di grande livello e la programmazione del Festival 2021, approvata dagli organi competenti, ha previsto qualificati concerti di livello internazionale, come da programma (diffuso oggi, ndr). Potrà venire quando vuole ad assistere agli spettacoli programmati dal direttore artistico Alessio Vlad, oltre che alla celebrazione del centenario della morte di Enrico Caruso, simbolo eterno della musica nel mondo”.