La donna che intorno a mezzogiorno del 22 giugno ha varcato la porta del reparto del sesto piano della palazzina degenze dell’Istituto per i tumori Pascale di Napoli è la prima al mondo ad essere stata inserita in un protocollo terapeutico innovativo. Affetta da tumore mammario metastatico sarà la prima a sperimentare un nuovo farmaco nell’ambito dello studio Destiny B12 che è dedicato alle donne con tumore mammario metastatico HER2+ (uno dei principali sottotipi di tumore al seno). Il secondo studio che rappresenta, si sottolinea in una nota, “un altro primato dell’Istituto dei Tumori di Napoli è lo studio ZEST, aperto ad oggi in nessun altro centro al mondo”. A coordinarli Michelino De Laurentiis, direttore dell’Unità operativa complessa di Oncologia medica senologica dell’Irccs partenopeo. Numerose le pazienti che verranno reclutate nei due protocolli. “Per De Laurentiis non si tratta sicuramente dei primi studi. Da gennaio l’oncologo napoletano, e con lui il Pascale, vantano, infatti, il primato di aver aperto 15 nuovi protocolli internazionali (che vanno ad aggiungersi ai 50 già attivi) di terapie innovative nel tumore al seno rivestendo per molti di essi un ruolo fondamentale come coordinatori nazionali o, in qualche caso, Principal Investigator mondiale” si evidenzia ancora all’Istituto. Fra questi studi, dunque, il Destiny B12 e lo ZEST. Il Destiny B12 è un protocollo che prevede l’impiego di un nuovo farmaco molto potente, il trastuzumab-deruxtecan, nelle donne con tumore al seno metastatico (cioè in fase avanzata) HER2+.
Questo studio si unisce a tutto un pacchetto di studi su questo farmaco (gli studi Destiny, appunto) già attivi o in corso di attivazione presso l’istituto e che fanno del Pascale uno dei principali centri di sperimentazione al mondo con questa nuova potentissima arma terapeutica. Lo studio ZEST riguarda invece i tumori BRCA-mutati HER2- e quelli triplo-negativi (tutti, indipendentemente da BRCA) appena operati e prevede l’impiego del farmaco Niraparib dopo la classica chemioterapia nelle pazienti che presentano DNA-tumorale circolante rilevato con un prelievo di sangue, la cosidetta ‘biopsia liquida’ e rappresenta, pertanto, “un protocollo altamente innovativo in grado di aumentare potenzialmente i tassi di guarigione in questo sottotipo tumorale altamente aggressivo”. “Siamo orgogliosi di poter offrire alle nostre pazienti come primi al mondo questi innovativi protocolli terapeutici – dice de Laurentiis – nella scia del nostro impegno di questi ultimi anni volto a sviluppare un’offerta di trattamenti innovativi per il tumore al seno che non teme confronti e che consente alle nostre pazienti di ricevere con alcuni anni di anticipo terapie che in futuro saranno disponibili in tutti i centri oncologici”.