Le mani dei clan sul turismo. La preoccupazione è forte tanto da diventare oggetto di un incontro, che si è svolto ieri mattina, presso la Prefettura di Napoli tra il Prefetto Marco Valentini e gli assessori regionali Felice Casucci e Mario Morcone. Obiettivo: il monitoraggio finalizzato a contrastare le infiltrazioni della criminalità nel settore del turismo, in particolare con riferimento alle attività ricettive alberghiere ed extralberghiere.“I dati emersi da un’analisi in corso da parte delle forze dell’ordine non mostrano uno specifico allarme ma registrano tuttavia elementi di preoccupazione soprattutto in provincia di Napoli e Salerno” si legge nella nota.Che, soprattutto in questa stagione post-Covid, le organizzazioni criminali vogliano investire nei settori che possono garantire un’immediata valorizzazione del denaro investito non è certo una novità. E che da sempre i clan, in possesso di grandi ricchezze, cerchino di riciclare questi soldi in attività “pulite” soprattutto se inserite in un ricco circuito commerciale, appare un’altra evidenza venuta fuori in mesi di indagini.
Le recenti inchieste che hanno coinvolto il clan D’Alessandro a Castellammare, ad esempio, hanno evidenziato come la cosca di Scanzano abbia cercato nei mesi scorsi di acquistare alberghi in penisola sorrentina. Meta turistica di eccellenza mondiale, provata dalla crisi dovuta all’emergenza pandemica, la penisola ha anche visto numerosi imprenditori del settore turistico in crisi di liquidità dopo un anno e mezzo di stop delle attività. Bocconi prelibati per la camorra che può contare su distese di denaro, spesso provento di droga ed estorsioni, che vanno investite in attività lecite che sfuggono ai radar dell’Antimafia.
Un anno fa, invece, la Dda scoprì come il clan Fabbrocino investiva i suoi proventi nel Cilento, una delle perle del turismo italiano. Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza consentirono di accertare l’esistenza di sofisticati meccanismi elaborati per occultare la diretta titolarità delle ricchezze accumulate grazie alle attività illecite svolte dal clan, mediante il ricorso all’intestazione fittizia di quote societarie ed immobili ad otto “prestanome”. Vennero accertati reimpieghi di somme illecite per oltre 1,5 milioni di euro. Durante il summit in Prefettura, poi, sono stati segnalati inoltre episodi di microcriminalità puntiforme ai danni di turisti e di operatori del settore turistico, in special modo nella città di Napoli.
Su quest’ultimo argomento il prefetto si è impegnato a interessare il comitato ordine e sicurezza pubblica per fare il punto della situazione ed impartire le necessarie direttive. Continuerà dunque un’attivita’ di monitoraggio che consenta agli organi dello Stato e della Regione di intervenire tempestivamente nella repressione e nel contrasto dei fenomeni criminali. In una nota congiunta, poi, gli assessori Morcone e Casucci, hanno evidenziato come “sia stato affrontato anche il tema relativo all’emergere dei sintomi di recrudescenza di episodi di microcriminalità e episodi di intimidazione che hanno riguardato il settore delle guide turistiche” dichiarano gli assessori.