La caccia, che era il suo sport preferito, e l’amore per i suoi cani, tutti segugi, che accudiva come figli sono stati la causa della sua morte. Questa la tragica vicenda di Antonio Circelli, un pensionato di 78 anni di San Bartolomeo in Galdo (Benevento), deceduto dopo essere caduto in un pozzo per tentare di salvare – stando ad una prima ricostruzione dei fatti – uno dei suoi cinque cani che stava addestrando in una campagna del vicino comune di Montefalcone di Valfortore.
Il ritrovamento del cadavere del pensionato e del suo cane è avvenuto intorno alle 2 della notte scorsa. Le ricerche del pensionato erano state avviate nella tarda serata di ieri quando i familiari avevano fatto scattare l’allarme non vedendolo rincasare dal pomeriggio, da quando cioè si era allontanato da casa a bordo della sua automobile in compagnia del cane. Così dopo alcune ore c’è stata la scoperta in un pozzo alla località “Vallebona” di Montefalcone di Valfortore.
Lunghe e complesse sono state le operazioni da parte dei vigili del fuoco del distaccamento di San Marco dei Cavoti e dei carabinieri della Compagnia di San Bartolomeo in Galdo per recuperare il corpo dell’uomo e il cane. Dai primi accertamenti infatti non è escluso che il pensionato possa essere finito nel pozzo con l’intento di recuperare l’animale caduto in acqua. L’ipotesi è ora all’esame dei militari mentre la salma, su disposizione del magistrato della Procura di Benevento che coordina le indagini, è stata trasferita nella camera mortuaria del cimitero di San Bartolomeo in Galdo per l’esame esterno che sarà effettuato dal medico legale incaricato dai pm sanniti.
La notizia della morte di Circelli, molto conosciuto in paese dove per anni ha esercitato la professione di artigiano del ferro, si è diffusa rapidamente tra l’incredulità della comunità. Il sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Carmine Agostinelli, nell’esprimere la vicinanza della intera comunità ai familiari, ha detto: “Con la tragica scomparsa di Antonio se ne va un pezzo di storia del nostro paese. Antonio amava la caccia ed i suoi cinque cani di razza segugio coi quali praticava il suo passatempo preferito. Li trattava come fossero dei figli. Tant’è che non poche erano le attenzioni che gli dedicava”. “Antonio era un bravo e conosciuto artigiano del ferro, un’arte tramandata ai suoi due figli che vivono e lavorano qui” ha concluso il primo cittadino del comune sannita.