Torre del Greco. Si tinge di giallo l’affidamento dell’ex palestra Gil all’istituto comprensivo Mazza-Colamarino. Neanche il tempo di salutare il «travagliato parto» del provvedimento – approvato in giunta a fine luglio, dopo diverse polemiche e proteste – e il sindaco Giovanni Palomba è costretto a «sospendere gli effetti delle delibera di indirizzo politico dell’amministrazione comunale». Stavolta, gli scontri interni alla litigiosa maggioranza di palazzo Baronale non c’entrano con la frenata dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio: a dettare tempi e modi ai politici, infatti, sono – come accaduto già in varie occasioni dall’insediamento del mobiliere di via monsignor Felice Romano – i dirigenti del Comune, nella fattispecie l’architetto Giuseppe D’Angelo.
Le note suggerite dal Pd
Il professionista arrivato a Torre del Greco all’epoca del sindaco Ciro Borriello era stato protagonista – durante i giorni caldi della discussione sul futuro del centro polifunzionale, reclamato dalle associazioni per l’organizzazione di eventi e manifestazioni culturali – di un fitto carteggio per «legittimare» la decisione, caldeggiata dai consiglieri comunali di area Pd infiltrati in maggioranza, di assegnare i locali di traversa Vittorio Veneto alla scuola guidata dalla compagna del casilliano Luigi Mennella. Prima attraverso il mancato rilievo di motivi ostativi al progetto presentato dal professionista scelto dall’istituto comprensivo Mazza-Colamarino per realizzare tre aule all’interno dell’ex palestra Gil e poi attraverso il via libera – in base all’ordinanza del presidente del consiglio dei ministri per limitare il rischio di contagi da Covid-19 – al cambio di destinazione d’uso dell’immobile comunale.
La missiva al veleno
Ampi estratti delle due note sono state successivamente riportate all’interno della delibera con cui l’esecutivo di palazzo Baronale aveva ufficializzato l’affidamento dell’ex palestra Gil alla scuola e incaricato proprio l’architetto Giuseppe D’Angelo di procedere agli adempimenti del caso. E qui è arrivato il colpo di scena: ritornando sui propri passi, il dirigente gradito al Pd ha respinto «le errate conclusioni attribuite allo scrivente» e denunciato «palesi distonie procedurali e procedimentali». Provando, poi, a gettare la palla (evidentemente di fango) nel campo della collega Luisa Sorrentino, dirigente del settore pubblica istruzione.
Lo stop del sindaco
Alla luce delle pesanti accuse arrivate da Giuseppe D’Angelo, il primo cittadino – attraverso un documento firmato dal capo di gabinetto Alfonso Ascione – ha sospeso la delibera sull’affidamento dell’ex Gil alla scuola e convocato i due dirigenti per un confronto a palazzo Baronale domani alle 13.30. Quando, salvo ulteriori colpi di scena, i (veri) amministratori del Comune decideranno il futuro dell’immobile «promesso» dal Pd all’istituto comprensivo guidato dalla compagna del capibastone dem sempre a caccia di una candidatura a sindaco.
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