Torre del Greco. Era il novembre del 2018 e il sindaco Giovanni Palomba – insieme a tutta la banda della sua maggioranza – partecipò alla posa della prima pietra della «bretella» tra il casello di Sant’Elena e il quartiere Sant’Antonio: al taglio del nastro il primo cittadino – fascia tricolore e casco antinfortunistico in testa – annunciò la fine dei lavoro entro 4 mesi.
A tre anni di distanza non solo l’arteria non è stata inaugurata, ma si fa fatica perfino a trovare la prima pietra tra le erbacce. Tra i motivi alla base della mancata realizzazione della strada, c’è anche il diniego relativo all’esproprio di un’area considerata strategica per il progetto: un braccio di ferro tra il Comune e il proprietario del terreno che dovrebbe essere risolto dal lavoro di tre tecnici nominati per stimare il valore degli immobili.
È quanto si evince dall’atto firmato dal responsabile del settore politiche di programmazione e assetto del territorio Giuseppe D’Angelo, in cui si evidenzia come la società Bottiglieri Immobiliare – proprietaria dell’area – abbia fatto sapere tramite l’avvocato Antonio Di Meglio «la volontà di non accettare l’indennità provvisoria proposta dal Comune e ha espresso intenzione di avvalersi del collegio tecnico per determinare l’indennità definitiva». Così si è resa necessaria la costituzione di un collegio arbitrale composto da tecnici nominati dall’ente, dal tribunale di Torre Annunziata e dal privato interessato dall’esproprio.
I tre professionisti – come stabilito dal provvedimento licenziato da palazzo Baronale – dovranno depositare al protocollo del Comune la loro relazione entro novanta giorni. Un termine ritenuto importante dall’ente che si augura di potere ultimare le procedure di esproprio entro l’anno, in modo da riprendere a inizio 2022 i lavori destinati quantomeno a realizzare la prima parte della bretella, quella che dall’uscita del casello di via Scappi porterà a via Lamaria.
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