Torre del Greco. Quel ‘tesoretto’ era diviso in due borsoni. Uno conteneva 250.000 euro che sarebbero dovuti servire per pagare chi aveva già votato per i candidati designati. Altri 100mila euro sarebbero invece serviti per pagare tangenti e accaparrarsi una fetta di appalti nella gestione dei rifiuti.
Questa l’ipotesi che questa notte ha spinto la procura di Napoli a firmare un decreto di sequestro beni per equivalente in un appartamento anonimo di un operaio di Portici, Ciro Gentile. Era lui il custode di quelle potenziali ‘mazzette’, somme in contanti che non avrebbero lasciato traccia e che all’occorrenza sarebbero state prelevate.
Altri due gli indagati. Il primo e’ Vincenzo Izzo, imprenditore di Torre del Greco, titolare della nota pescheria Don Do in zona porto, già a processo per voto di scambio alle elezioni del 2018 a Torre del Greco.
I 100mila euro, invece, sarebbero di Giuseppe Spacone, imprenditore di Giugliano che si occupa della raccolta di rifiuti nell’area Nord. Secondo l’ipotesi della Procura di Napoli i soldi sarebbero serviti anche per pagare tangenti per accaparrarsi appalti.