Le persone legate al clan D’Alessandro che lavorano nel settore degli eventi mettono a disposizione i locali, si occupano dell’organizzazione delle serate, garantiscono i body guard e si occupano di ingaggiare gli artisti che si devono esibire. I soldi rientrano con i biglietti d’ingresso pagati dai clienti e con una quota sulle consumazioni. Il successo di una serata e quindi dei guadagni è determinato dai Pr che sono inseriti nell’ambiente della movida e spesso hanno contatti con centinaia di ragazzi e promuovono gli eventi attraverso chat e social network.I Pr sanno di lavorare con esponenti della criminalità organizzata, pronta a intervenire senza farsi troppi scrupoli se la concorrenza toglie clienti.Non è un affare nuovo, ma se prima la camorra stabiese si limitava a investire su cantanti neomelodici da sponsorizzare per le cerimonie o le piccole feste di piazza, negli ultimi 6-7 anni c’è stata un’evoluzione in questo settore.Sono nate almeno due associazioni e una società di eventi nella quale sono inseriti personaggi legati al clan D’Alessandro. Dai neomelodici si è passati all’organizzazione di spettacoli anche con artisti di fama nazionale e soprattutto sono finite sotto il controllo della cosca alcune location particolarmente ambite per attirare la movida. Lidi, discoteche e sale da ballo hanno cominciato ad ospitare le serate organizzate da società e associazioni nelle quali si è riuscito a infiltrare il clan. Non solo a Castellammare di Stabia, ma anche in penisola sorrentina come dimostrano le ultime indagini.
La longa manus della criminalità organizzata sembra essersi estesa anche sull’organizzazione di eventi finanziati con soldi pubblici. Una sorta di monopolio in un settore dove con i ganci giusti i margini di guadagno possono essere molto alti rispetto all’investimento iniziale.E’ in questo scenario che si sta muovendo, ormai da mesi, la Procura Antimafia, anche attraverso le rivelazioni dei collaboratori di giustizia che stanno svelando i segreti della cosca di Scanzano. Valentino Marrazzo, ex pusher del centro antico di Castellammare, ha raccontato per primo di aver arrotondato il suo stipendio anche lavorando come body guard nei locali controllati da Salvatore Imparato, ‘o paglialone, e che il boss del rione Savorito gli regalò anche l’esibizione di cantanti neomelodici per una cerimonia. I verbali di Rapicano, invece, sono ancora in gran parte coperti da omissis, ma da quelli già depositati agli atti si comprende che l’ex killer dei D’Alessandro ha parlato anche degli affari gestiti dal clan.Gli investigatori tuttavia si continuano a scontrare con il muro di omertà che sembra regnare tra i professionisti del settore, che sono stati costretti a pagare il conto più salato. La denuncia del deejay massacrato di botte sotto casa da quattro giovani della penisola sorrentina (che ha consentito l’arresto del ventiduenne Giuseppe Esposito) è il segnale di speranza al quale si aggrappano le forze dell’ordine per provare a fare finalmente luce su questo fenomeno.