Torre del Greco. La goccia capace di fare saltare il tappo della pazienza di diversi alleati è stato il flop – al momento, solo annunciato – relativo ai bonus da 870.000 per le fasce deboli: un «jolly» giocato dal sindaco Giovanni Palomba per provare a mascherare il disastro di un Natale senza luminarie in città, ma destinato a diventare – numeri alla mano – l’ennesimo fallimento della carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle avvelenate elezioni delle 20 euro del 2018. «Adesso basta: non possiamo collezionare figuracce a ripetizione», la levata di scudi di diversi esponenti della maggioranza. Preoccupati non solo per la deriva economica e sociale di Torre del Greco, ma anche del proprio «futuro politico».
Il summit urgente
Così, archiviata l’ultima seduta del consiglio comunale con il pasticcio degli atti approvati senza numero legale, subito i «falchi» della coalizione hanno cominciato a volare su palazzo Baronale. Prima attraverso un acceso scambio di messaggi nel gruppo WhatsApp della maggioranza, poi durante un serrato confronto all’interno della stanza del capo dell’assise Gaetano Frulio. Dove sarebbero volati gli stracci per l’incapacità di risolvere i problemi lamentati dal giorno dell’insediamento – a partire dalla raccolta dei rifiuti per finire alla gestione delle politiche sociali, passando per la completa assenza di programmazione – e sarebbe stata avanzata la proposta di staccare la spina alla disgraziata esperienza di Giovanni Palomba alla guida della quarta città della Campania. Il primo cittadino – arrivato a riunione in corso – avrebbe provato a parare il colpo, scaricando le responsabilità della valanga di errori registrati negli ultimi mesi su un imprecisato «regista occulto».
La corsa ai ripari
Che il vento fosse cambiato per lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio era chiaro da diversi giorni. Non a caso lo stesso Giovanni Palomba aveva faticato a dissimulare il suo nervosismo. Ma il primo cittadino avrebbe già trovato – all’interno della coalizione – qualche esperta «colomba» pronta a tessere la trama per un eventuale ribaltone-bis, in caso di golpe. Insomma, esattamente come l’anno scorso, il mese di dicembre porta aria di crisi in municipio. E, proprio come lo scorso anno, il mobiliere di via monsignor Felice Romano potrebbe essere costretto a un nuovo inciucio per provare a salvare la poltrona.
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