Roma. L’ondata Omicron crea il caos in Serie A. Quattro partite non si giocheranno e Juve-Napoli, per la quale c’è l’ok dell’Asl partenopea, andrà in scena con una delle due pretendenti decimata da positività e quarantene. Il campionato che riparte dal girone di ritorno nel giorno della Befana con stadi a capienza ridotta e obbligo di mascherine ffp2 per i tifosi fa i conti con l’aumento esponenziale dei contagi e i blocchi delle autorità sanitarie. La serie A cerca di tenere la posizione davanti all’offensiva della variante Omicron che investe giocatori e staff ma già perde i pezzi, anche se la Lega – riunitasi in serata per un Consiglio straordinario – è compatta nel difendere il campionato e proseguire con le gare.
Verrà stilato un nuovo protocollo in stile Uefa: con 13 giocatori disponibili (di cui un portiere) ci sarà l’obbligo di giocare, anche pescando dalla Primavera. Inoltre, la Lega ricorrerà al Tar contro i provvedimenti delle Asl che non terranno conto delle disposizioni sulle quarantene del 30 dicembre scorso. Domani comunque non si disputeranno Atalanta-Torino, Fiorentina-Udinese, Salernitana-Venezia e Bologna-Inter, le prime due per il blocco della trasferta di granata e friulani, le altre due per la quarantena imposta dalla Asl.
I campani hanno scelto di non presentarsi, neanche con le giovanili. Ha avuto il via libera il Napoli per disputare la gara con la Juventus a Torino. In un clima di crescente incertezza, tra decisioni contrastanti delle Asl e preoccupazione di tecnici e calciatori, nella giornata si erano anche rincorse voci su una possibile nuova stretta draconiana sul campionato, e non solo sulla capienza. Intanto dopo serie B e Lega Pro, anche i Dilettanti hanno rinviato le giornate, fissando la ripresa al 23 gennaio.
La vigilia della ripartenza è trascorsa tra annunci di nuove positività e qualche guarigione, ma in serata sono arrivate un dopo l’altra le ‘sentenze’ della autorità sanitarie. La Asl Città di Torino, dopo avere constatato un focolaio di Covid nel gruppo squadra, ha bloccato i granata prima della partenza per Bergamo. Gli otto positivi sono in isolamento, tutto il gruppo andrà in quarantena per cinque giorni e quindi il Toro non potrà giocare neppure la partita in casa di domenica con la Fiorentina. Stessa decisione è stata presa a Udine, con l’Azienda sanitaria Friuli Centrale che ha in sostanza vietato all’Udinese di disputare sia la partita con la Fiorentina al Franchi di domani, sia quella contro di domenica contro l’Atalanta. La Salernitana ha annunciato che domani pomeriggio non si presenterà allo stadio Arechi per la sfida contro il Venezia.
I campani hanno undici positivi nel gruppo squadra e l’Asl di Salerno ha messo in isolamento altre 25 persone. Il club aveva chiesto alla Lega Serie A il rinvio del match che non è stato accordato. Stessa cosa ha fatto il Bologna, fermato dalla Asl per le partite di domani con l’Inter e di domenica con il Cagliari. Un pacchetto di rinvii che sarà complicato da gestire in un calendario già molto fitto.
A Torino, invece, si disputerà come da programma Juventus-Napoli, pietra dello scandalo nello scorso campionato, che portò prima alla sconfitta tavolino per 3-0 degli azzurri e quindi al ribaltamento della decisione con il match che si disputò mesi dopo. Oggi la Asl partenopea ha permesso agli azzurri di partire anche col focolaio in atto nel gruppo squadra: ma in quarantena sono andati i contatti stretti che non avevano green pass (Zielinski, Lobotka, Rrhamani).
Casi simile per il Verona, che con sette contagiati è invece partito regolarmente per La Spezia. Gli allenatori cercano di barcamenarsi mettendo in campo il meglio possibile ma sugli effetti dell’emergenza hanno visioni a volte diverse. Josè Mourinho nega che si possa parlare di ‘campionato falsato’, visto che anche in questa stagione a molti team sono mancati in contemporanea diversi giocatori importanti per infortuni vari. Il portoghese, non prevede poi problemi per i giocatori non vaccinati: “Rispetteremo le decisioni del governo”.
Ma intanto pare che l’unico giallorosso in quella condizione abbia deciso di cambiare idea e sottoporsi al trattamento. Simone Inzaghi ritiene invece che questa situazione “non fa bene al calcio, è difficile preparare le partite”. “Serve una regola chiara – dice Italiano – definendo quale è il numero di contagiati oltre il quale la partita non si può giocare”. Ora la palla passerà al giudice sportivo, che dovrà decidere se infliggere sconfitte a tavolino a chi non ha giocato: il precedente di Juve-Napoli induce a cautela, e in Lega di A già si sa che le date per i recuperi della squadre non impegnate in Europa ci sono. Sempre che l’onda omicron non si allunghi troppo.