Torre del Greco. Il 14 gennaio del 2021, Luigi Mele – all’epoca seduto tra i banchi dell’opposizione, dopo essere stato rovinosamente sconfitto al ballottaggio del 24 giugno 2018 – pubblicava sulla sua bacheca social l’ultimo post al veleno contro Giovanni Palomba, alle prese con i «mal di pancia» di sette dissidenti della sua maggioranza.
Di lì a qualche giorno, poi, il «trasformista» del centrodestra sarebbe saltato sulla carovana del buongoverno di palazzo Baronale per «salvare» il sindaco dal disastro rifiuti. «A un anno di distanza nulla è cambiato – l’affondo di Romina Stilo, l’ex vicesindaco oggi a capo della commissione trasparenza in Comune – Anzi, la situazione è peggiorata».
Perché lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio deve fronteggiare l’ennesima crisi della sua tormentata avventura alla guida della quarta città della Campania e le strade di Torre del Greco restano sommerse da sacchetti di ogni genere. Con buona pace dei proclami del «sindaco dei rifiuti» e della sua assistente in giunta Cinzia Mirabella: «Un politico serio dovrebbe prendere atto del proprio fallimento e agire di conseguenza – rincara la dose Romina Stilo – In 12 mesi abbiamo assistito a una serie di giravolte da fare impallidire i migliori equilibristi circensi: fino a gennaio del 2021, Luigi Mele indicava il sindaco come unico responsabile del fallimento dell’igiene urbana in città. Poi, all’improvviso, decise di cambiare bandiera e di correre al capezzale di un’amministrazione comunale già decadente per guidare in prima persona il settore Nu».
E subito lo scenario – non in strada, ma via social – cambiò in modo radicale: «Il sindaco venne cancellato dall’elenco dei colpevoli dello scempio-rifiuti – ricorda la capogruppo di Forza Torre in consiglio comunale – e sott’accusa finirono i cittadini, diventati la principale causa del mancato funzionamento della raccolta differenziata a dispetto delle varie campagne di sensibilizzazione per una corretta riciclata portate avanti in passato. Ora assistiamo all’ennesimo rimescolamento delle carte».
Sì, perché il nuovo «obiettivo» del voltagabbana dell’opposizione è diventato la ditta Buttol: «Oggi cerca di salvare il salvabile additando l’azienda vincitrice dell’appalto – conclude l’ex vicesindaco -. Dovrebbe fare pace con i pensieri e puntare a tenere la città pulita anziché cercare colpevoli, quando peraltro la soluzione è sotto gli occhi di tutti: sarebbe necessario stravolgere il piano industriale con cui è stato sconvolto il settore Nu».
Ma quell’atto è stato approvato in consiglio comunale su volere del sindaco e Giovanni Palomba – peraltro nuovamente a caccia di alleati, esattamente come un anno fa – ora non si può attaccare.
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