«Se venisse accertata in via definitiva la presenza di irregolarità il Comune deve intervenire perché bisogna revocare subito le concessioni demaniali marittime». A dirlo è Francesco Gargiulo, coordinatore del movimento civico “Conta anche tu” di Sorrento che commenta gli sviluppi della nuova inchiesta anti abusivismo edilizio della Procura di Torre Annunziata che indaga sulla presenza di opere irregolari negli stabilimenti balneari di Marina Piccola a Sorrento.
Nei giorni scorsi, su delega dell’autorità giudiziaria, personale di Capitaneria di Porto, polizia municipale e Comune di Sorrento ha effettuato approfondite ispezioni nei lidi Marameo, Peter’s beach, Bagni Salvatore e Leonelli’s beach.
Gli accertamenti sono giunti già a una svolta. Gli inquirenti infatti contestano difformità rispetto alle autorizzazioni. Tanto che sono stati apposti i sigilli a diversi manufatti situati all’interno dei lidi: si tratta di chiusure con paratie lignee di locali solitamente aperti – durante l’estate – per servizi di bar e ristorazione. Tale operazione viene effettuata in inverno per scongiurare il rischio di danni dovuti al maltempo. Ma le indagini non si fermano qui, proseguono e puntano a fare chiarezza sulla presenza di eventuali e ulteriori abusi edilizi, sui controlli degli ultimi tempi e sul ripristino anche del percorso pedonale che da porto dovrebbe condurre liberamente al ninfeo situato al di sotto dell’hotel Syrene. Quest’ultima questione è vecchia di anni e da tempo viene indicata da diverse associazioni, tra cui quella rappresentata da Gargiulo oltre a Vas, “I cittadini contro le mafie e la corruzione” e “La Grande Onda”.
L’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Antonio Barba va avanti per capire se vi sono ulteriori irregolarità che potrebbero far scattare la revoca dei titoli. Una ipotesi caldeggiata da Gargiulo: «Il ripristino del percorso pedonale che è sparito nel corso del tempo era già condizione imprescindibile prevista nei precedenti titoli rilasciati ai lidi per l’apertura estiva ma sinora, nonostante tali opere dovessero essere effettuate entro il 2020, nulla è stato fatto. Serve chiarezza – dice Gargiulo – anche perché dopo nuove contestazioni è doveroso che il Comune intervenga per procedere, in presenza di difformità conclamate, alla revoca delle concessioni».