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Palomba-M5S, svegliarsi un anno fa: il sindaco di Torre del Greco incassa un altro «no»
CRONACA
21 gennaio 2022
Palomba-M5S, svegliarsi un anno fa: il sindaco di Torre del Greco incassa un altro «no»
Alberto Dortucci

Torre del Greco. A metà gennaio del 2021, il sindaco Giovanni Palomba – alle prese con la crisi provocata da sette dissidenti della sua maggioranza – provò a «imbarcare» sulla sua carovana del buongoverno i due consiglieri comunali del M5S, Vincenzo Salerno e Santa Borriello. Durante un incontro ufficiale a cui prese parte il deputato Luigi Gallo, lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio offrì ai pentastellati di palazzo Baronale una poltrona in giunta e un «accordo di programma» per arrivare a braccetto a fine mandato: «Neanche per sogno, non ci sono le condizioni politiche», la ferma risposta dei rappresentanti del M5S, all’epoca ammantati dall’aura immacolata di un «simbolo» capace di raccogliere 23.000 voti alle elezioni politiche del 2018. Esattamente a distanza di un anno, il primo cittadino si è ritrovato sempre a corto di numeri in consiglio comunale – vista la «fuga» di Gaetano Frulio e Luisa Liguoro – e avrebbe provato un secondo approccio ai pentastellati.

Il déjà vu in Municipio

Il «contatto-bis» è avvenuto a palazzo Baronale, crocevia delle trattative avviate da Giovanni Palomba per costruire la terza coalizione in tre anni e mezzo. Ma con «rapporti di forza» evidentemente cambiati rispetto a gennaio del 2021. Perché, intanto, il sindaco «circondato» da inchieste e scandali – a cui, fino a oggi, Giovanni Palomba risulta completamente estraneo – resiste alla guida della quarta città della Campania, mentre le stelle dei «puri della politica» cominciano a cadere: complice il flop della crociata in favore degli ex risparmiatori della Deiulemar compagnia di navigazione – cavallo di battaglia di Luigi Gallo – e l’indagine per traffico di influenze capace di travolgere l’armatore Vincenzo Onoratore e il «comico-guru» Beppe Grillo, salito sul palco di piazza Santa Croce alla vigilia del voto del 2018 per arringare i marittimi della città del corallo, la spocchia dei tempi d’oro sembra essere scomparsa e la «distanza ideologica» dalla carovana del buongoverno si è assottigliata. Circostanze capaci di convincere Giovanni Palomba a «replicare» l’offerta di un patto di fine mandato accompagnato da una poltrona in giunta per Santa Borriello. Inutilmente. Perché, al netto dei distinguo, la risposta è rimasta la stessa: «No, grazie».

Gli ultimi tre giorni

Un altolà incassato senza rimpianti dal primo cittadino, concentrato a portare avanti il countdown per il termine fissato come scadenza per la presentazione della nuova maggioranza. «Se entrò lunedì non sarò stato sfiduciato – conferma Giovanni Palomba – tirerò le somme e vedremo come andare avanti». Anche senza i grillini.

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