Torre del Greco. Mancati rimborsi dei permessi retribuiti per partecipare ai «lavori» di palazzo Baronale: l’ex consigliere comunale Ciro Guida trascina il Comune davanti ai giudici della sezione lavoro del tribunale di Torre Annunziata. L’appendice legale dell’esperienza politica dell’ex centrista – eletto nel 2014 nella maggioranza guidata dal sindaco Ciro Borriello – rischia di costare la bellezza di 28.000 euro e spiccioli all’ente di largo Plebiscito: soldi mai versati alla ditta privata di cui era dipendente Ciro Guida e ora rivendicati attraverso un ricorso firmato dagli avvocati Filippo Borriello e Marco Cardito.
I mancati versamenti
La vicenda affonda le proprie radici tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, quando l’ente di palazzo Baronale cominciò a ritardare il pagamento dei rimborsi per i permessi riconosciuti dalla ditta privata presso cui era assunto Ciro Guida per consentire la partecipazione del politico alle commissioni consiliari. In pochi mesi, la situazione precipitò: prima lo scioglimento dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Borriello e poi il fallimento del centro di riabilitazione in cui prestava servizio Ciro Guida. Al momento dell’insinuazione al passivo, tuttavia, l’ex consigliere comunale si vide negare il riconoscimento di «creditore privilegiato» proprio a causa dei mancati versamenti dell’ente di largo Plebiscito. Insomma, senza rimborsi e senza recupero degli stipendi persi a causa del crac della propria ditta privata. Il contenzioso A settembre del 2021 i difensori di Ciro Guida hanno notificato al Comune il ricorso per ottenere i 28.000 euro e spiccioli mai versati alla ditta privata dell’ex consigliere comunale. Una «pretesa» ritenuta irricevibile dalla giunta guidata dal sindaco Giovanni Palomba, pronta – a ottobre del 2021, dietro indicazione dell’assessore all’avvocatura Enrico Pensati – a deliberare di resistere in giudizio, affidando la difesa dell’ente di palazzo Baronale all’avvocato Alessandro Liuzzi in servizio presso il settore affari legali e contenzioso. La battaglia legale si sarebbe potuta chiudere già durante il «primo round» davanti al giudice della sezione lavoro del tribunale di Torre Annunziata, ma la carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle avvelenate elezioni del 2018 non ha voluto chiudere la «partita».
Niente transazione
In aula, infatti, il magistrato di udienza – in scia alla proposta avanzata dagli avvocati di Ciro Guida – ha avanzato l’ipotesi di una transazione al 50% per scrivere subito la parola fine al contenzioso: in pratica, il Comune avrebbe dovuto versare circa 14.000 euro e le spese di giudizio sarebbero state compensate. Contrariamente alla linea adottata per procedimenti di importo decisamente superiore – basti pensare alle «trattative» da 4,5 milioni di euro con il consorzio Gema oppure ai ricorsi per i morti «spariti» dal cimitero – l’amministrazione comunale guidata da Giovanni Palomba, sempre su proposta dell’assessore all’avvocatura Enrico Pensati, ha deciso di non aderire alla proposta transattiva formulata dalla difesa di Ciro Guida e di portare avanti il contenzioso. A costo di essere costretti a sborsare il doppio della cifra, ovviamente in soldi pubblici.
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