“La pandemia prima e il conflitto in Ucraina poi, continuano a tenere frenate le imprese. L’annunciata stangata sui consumi condiziona gli entusiasmi degli italiani spinti a una maggiore prudenza negli acquisti e si profila una nuova stagione di austerity anche per l’abbigliamento, fiore all’occhiello del made in Italy, ma messo duramente alla prova dalle vicissitudini degli ultimi due anni che hanno determinato una forte battuta d’arresto del settore. Occorre reagire con determinazione e fiducia, nella piena convinzione che sarà proprio il rilancio del made in Italy sui mercati internazionali a condurre la ripartenza economica dell’Italia”. Lo ha affermato Michele Carillo, guru campano della moda femminile, a pochi giorni dall’apertura di una nuova boutique a Milano, a due passi da Piazza San Babila, con il brand “Sandro Ferrone”, recentemente acquistato dalla “Carillo Fashion”. “Occorre puntare sulla digitalizzazione dei processi e sull’e-commerce a sostegno della nostra creatività, accompagnando la sfida della transizione digitale verso il new deal post pandemico. Un fondamentale sostegno economico arriverà dai 49 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza che rappresentano l’occasione per il cambio di passo tanto auspicato, a patto che queste risorse vengano spese in maniera adeguata, per aiutare le aziende a restare competitive e a recuperare i livelli di produzione pre-Covid-19”. “Ho sempre creduto che dopo le crisi economico-finanziarie occorre programmare nuove sfide attraverso programmi di investimento finalizzati a rispondere alle esigenze dei consumatori per questo motivo – ha sottolineato Carillo – abbiamo deciso di implementare le piattaforme digitali per potenziare il commercio elettronico, di aprire 15 nuove boutique in Italia e di sviluppare gli accordi commerciali con i mercati esteri per una capillare presenza dei nostri marchi dove c’è maggiore apprezzamento del made in Italy. Con il 90 per cento di produzione italiana puntiamo sul rafforzamento della nostra filosofia grande qualità a prezzi accessibili. E’ questa una delle chiavi per uscire dalla crisi. L’obiettivo che intendiamo centrare è quello di misurarci sui mercati internazionali per tornare, entro il 2023, a superare i 60/65 milioni di fatturato del gruppo. E non ci fermeremo qui. Siamo pronti a conquistare nuove fette di mercato puntando sui nostri asset vincenti, in primis quello di essere italiani”.
CRONACA
14 marzo 2022
Pandemia e guerra, anche il settore della moda è in crisi. Il piano di Carillo: «Rilanciare il Made in Italy»