Una maglia fitta e solidale tiene insieme l’Unione europea e i governi nazionali, l’associazionismo, gli istituti religiosi e le singole famiglie che continuano a offrire un letto, cibo e vestiti a chi da un giorno all’altro è rimasto senza casa né patria. Parallelamente al flusso di profughi cresce l’impegno a tutti i livelli per accogliere le donne e i bambini in fuga dalla guerra in Ucraina. Un onere che investe soprattutto i Paesi confinanti, a cui l’Europa è pronta a riconoscere sostegno e aiuti. I rifugiati sono tre milioni e mezzo, e nell’ultima settimana aumentano a un ritmo di 50mila al giorno. In Italia se ne contano 65mila. Oltre due milioni hanno trovato riparo in Polonia; molti sono in Romania, Moldavia e Slovacchia, destinatari di una serie di aiuti arrivati oggi dalle regioni italiane: campi d’accoglienza, farmaci, attrezzature mediche.
L’invio di risorse non risolve però il problema della forte pressione migratoria negli Stati più prossimi all’Ucraina. “E’ importante che ci sia un’equa ripartizione degli oneri, anche perché ai profughi già arrivati nei Paesi europei se ne aggiungeranno altri”, ha detto Ylva Johansson, commissaria agli Affari interni dell’Unione europea, che proprio oggi ha annunciato 3,5 miliardi di risorse ulteriori per sostenere l’accoglienza negli Stati membri. L’altro problema urgente da affrontare è il rischio di tratta dei minorenni. “Sappiamo per esperienza che quando c’è una guerra, un flusso massiccio di persone, i più vulnerabili – bambini ma anche donne – possono diventare vittime dei trafficanti. Abbiamo denunce formali e informali su questo”, ha sottolineato Johansson in audizione al Comitato parlamentare italiano Schengen.
Per arginare il fenomeno “l’Europol ha istituito una task force e sono stati intensificati i controlli di polizia”. Inoltre “le linee guida europee prevedono che le famiglie restino insieme e che i minori siano accompagnati”. In Italia il Viminale registra 65.350 arrivi dall’inizio della guerra, tra cui 32.361 donne e 25.151 minori. Le principali città di destinazione sono Roma, Milano, Napoli e Bologna. Solo in quest’ultima, racconta il sindaco Matteo Lepore, “più di mille famiglie hanno messo a disposizione le loro case”.
L’elogio alla solidarietà manifestata dai cittadini è arrivato anche oggi dal premier Mario Draghi: “La generosità mostrata in questi giorni dagli italiani è davvero straordinaria. Voglio ringraziare ancora una volta la Protezione civile, le regioni, i comuni, il terzo settore e gli enti religiosi per il loro incessante impegno”. L’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, si è detto “grato al popolo e al governo italiani, che hanno fatto tutto il possibile per garantire ai profughi una vita in Italia”. E dalla Penisola, intanto, continuano a partire aiuti verso i Paesi più colpiti dall’esodo. Un primo campo d’accoglienza per 250 persone, messo a disposizione dal Friuli Venezia Giulia, è stato consegnato questa mattina alle autorità slovacche di Michalovce.
Sempre in mattinata è stato consegnato nel polo logistico di Suceava, in Romania, il carico di farmaci, materiali di consumo e attrezzature mediche partito nella giornata di lunedì dall’hub di Palmanova, sempre in Friuli. Il materiale è stato messo a disposizione da Lombardia, Piemonte e Umbria. E’ atteso invece in serata a Chisinau, in Moldavia, il campo da 500 persone offerto dalle province autonome di Trento e Bolzano.