Torre del Greco. Era il fiore all’occhiello del quartiere Sant’Antonio, il polmone verde della periferia cittadina in cui trovavano «rifugio» genitori in cerca di relax e divertimento per i propri bambini e anziani a caccia di riposo all’aria aperta. Ora rischia di diventare il «manifesto» del fallimento delle politiche ambientali dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba. Perché il parco intitolato al vicebrigadiere Salvo D’Acquisto è diventato un simbolo del degrado e dell’illegalità all’ombra del Vesuvio, al punto da convincere quattro esponenti dell’opposizione di palazzo Baronale – sollecitati da decine di segnalazioni dei cittadini – a chiedere chiarimenti sulla «disinvolta gestione» della villa comunale di viale Campania.
L’incuria e il giallo
A dare la stura all’iniziativa promossa dalla «minoranza attiva» del consiglio comunale – il soldato Luigi Caldarola, Vittorio Guarino e i pentastellati Vincenzo Salerno e Santa Borriello – sono state le condizioni in cui versa il parco pubblico voluto dall’ex sindaco Valerio Ciavolino e inaugurato dal suo successore Ciro Borriello. A preoccupare, come denunciato ripetutamente dagli habitué della villa, le condizioni di incuria e degrado del polmone verde: «Alcune fontane sono fuori uso e diverse panchine sono danneggiate – sottolineano i quattro esponenti dell’opposizione -. Senza contare la scarsa cura della cassa armonica e l’inesistente manutenzione delle aiuole». Problemi lamentati già prima dei lavori-farsa della scorsa estate, così come i disagi provocati dalla chiusura dei bagni, impraticabili da mesi. Criticità diventate «normalità» con lo sbarco della coppia formata da Luigi Mele e Cinzia Mirabella – rispettivamente delegato all’ambiente e assessore al verde pubblico – alla corte di Giovanni Palomba, a cui ora si aggiunge un giallo destinato a scatenare ulteriori polemiche e veleni.
Le giostre e il bar
Durante un sopralluogo all’interno del parco, infatti, i consiglieri comunali hanno «rilevato la presenza di un operatore economico esercitante l’attività di giostraio». Un privato pronto perfino a installare un chiosco-bar per gli avventori della villa. «Non abbiamo riscontrato atti pubblici per autorizzare le attività su spazi verdi e comuni – l’affondo dell’opposizione – e siamo preoccupati per la sicurezza dell’area e degli eventuali fruitori delle giostre». Di qui, la decisione di scrivere a sindaco e assessore al ramo per chiedere «di verificare la legittimità della situazione e, in assenza delle necessaria autorizzazioni, provvedere al ripristino del corretto utilizzo della villa Salvo D’Acquisto e della legalità».
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