CASTELLAMMARE DI STABIA – Una ragazza di 24 anni è stata ferita ieri sera a Castellammare di Stabia da un colpo di pistola diretto ad un piccolo pregiudicato.
La giovane donna è ricoverata in prognosi riservata all’Ospedale San Leonardo, dove le è stato estratto il proiettile che l’ha colpita alla gamba destra. “Sarà operata nelle prossime ore per la ricomposizione di una frattura alla tibia”, ha detto il direttore sanitario del San Leonardo, Mauro Muto.
Il bersaglio dei colpi – secondo i primi elementi raccolti dagli agenti del commissariato di Polizia – era il 19 enne Giovanni De Pascale. rimasto ferito solo di striscio ad un piede. Almeno quattro colpi di pistola sono stati esplosi contro di lui da un uomo che – secondo quanto De Pascale ha riferito alla Polizia – sarebbe giunto in piazza Giovanni XXIII, nel centro della città, a pochi passi dal palazzo del Municipio, al bordo di uno scooter poco dopo le 22.30.
Un proiettile ha colpito la 24 enne, che si trovava poco distante, davanti ad una pizzeria. Le modalità dell’agguato fanno pensare ad un avvertimento nei confronti del 19 enne. Il lavoro degli investigatori, che stanno ricostruendo eventuali collegamenti di De Pascale con la criminalità organizzata, è reso più difficile dalla mancanza di immagini delle telecamere di video sorveglianza, che, nella zona, sono fuori uso. Ma immagini utili potrebbero essere state catturate da telecamere di video sorveglianza privata. L’ amministrazione comunale di Castellammare di Stabia è stata commissariata a febbraio per il sospetto di infiltrazioni camorristiche. Nella città resta forte l’ipoteca dei clan nell’economia mentre sono in arrivo i fondi del Cis (Contratto istituzionale di sviluppo) Vesuvio-Pompei-Napoli, che coinvolge 19 Comuni dell’area vesuviana. “A Castellammare ci sono, come ovunque, tantissime persone perbene che vogliono cambiare – ha detto l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho – bisogna che lo Stato sia presente con molte forze, che ci sia un controllo straordinario del territorio così come le persone perbene chiedono. Questo probabilmente può essere il primo passaggio per un recupero totale”. De Raho ha sottolineato la necessità “di espugnare le fortezze dove le famiglie camorristIche risiedono da oltre 50 anni.” Un esempio è il rione Scanzano, roccaforte del clan D’Alessandro, giunto alla terza generazione. “Questo è fondamentale anche per dare un segnale che effettivamente si vuole cambiare”, ha aggiunto l’ex procuratore. antimafia.