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La mannaia del Governo sul reddito di cittadinanza
Il ministro Mara Carfagna
politica
8 giugno 2022
La mannaia del Governo sul reddito di cittadinanza
Il Ministro per il Sud Carfagna scarica il sussidio: «Non ha funzionato, va riformato». Si lavora per istituire un salario minimo
Pasquale D'Errico

«Certamente il reddito di cittadinanza non ha funzionato, ci sono stati tantissimi abusi, tante persone che lo hanno percepito non avevano titoli e diritto con uno spreco enorme di risorse pubbliche. Ma io – conclude – non metterei però in discussione le finalità che con quello strumento bisogna raggiungere, cioè la necessità di sostenere chi non è in grado di lavorare, chi non può lavorare. Tutto il resto dev’essere oggetto di una profonda revisione e rivisitazione». Le parole sono di Mara Carfagna, Ministro per il Sud del Governo Draghi che ieri è intervenuta sulla questione legata al sussidio diventato un cavallo di battaglia, anche in termini elettorali, del Movimento Cinque Stelle. Certo non è la posizione di Italia Viva, ad esempio, che punta invece a un referendum per l’abolizione della misura. Secondo i renziani, infatti, questi fondi tolgono risorse alle imprese e al lavoro, finendo per foraggiare solo chi non vuole lavorare. La Carfagna ha anche parlato di salario minimo, la misura di cui si sta discutendo in questi giorni. Un dibattito reso ancora più attuale dalla sostanziale perdita del potere d’acquisto degli stipendi degli italiani.

“Sul salario minimo c’è bisogno di ragionare su come rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie. L’Italia ha scelto di farlo attraverso la contrattazione collettiva. Personalmente sono convinta che quella sia la strada più giusta” le parole del ministro per il Sud Mara Carfagna alla conferenza programmatica di Noi con il Sud. “Non c’è l’obbligo – ha detto commentando la direttiva Ue che vorrebbe introdurre il salario minimo in Europa – perché l’Ue sollecita gli Stati membri e li invita ad occuparsi del tema del lavoro povero, naturalmente nel rispetto delle scelte di ciascuno Stato. C’è chi ha scelto di tutelare il lavoro povero attraverso il salario minimo, c’è chi ha scelto di farlo attraverso la contrattazione collettiva. In Italia abbiamo una contrattazione collettiva che supera addirittura la soglia dell’80%. Personalmente io credo che sia assolutamente condivisibile l’obiettivo, perché non si può certo lavorare 8 ore al giorno per non avere neanche i soldi per pagare le bollette”.

Una posizione abbastanza in linea con ciò che pensa la maggioranza del governo guidato da Draghi. “Penso – ha aggiunto il ministro – che si debba immaginare come rafforzare ed estendere la contrattazione collettiva e di come mettere più soldi in busta paga dei lavoratori, considerato anche l’inflazione che erode notevolmente il potere d’acquisto. Il bonus di 200 euro che è stato approvato dal Governo Draghi e che arriverà entro il mese di luglio sicuramente rappresenta una boccata d’ossigeno ma siamo consapevoli che non basta e che bisogna agire attraverso misure strutturali”. Circa l’eventualità che una misura come il salario minimo, unita al reddito di cittadinanza, possa portare al collasso il mondo del lavoro il ministro è netto: “Non credo assolutamente. E’ un dibattito con una finalità e un obiettivo assolutamente condivisibile, da una parte il reddito di cittadinanza ci impone di riflettere su come rafforzare e migliorare uno strumento di sostegno al reddito che c’è in tutti i Paesi europei e non può certo essere messo in discussione adesso in Italia dopo che due anni di pandemia hanno ampliato le sacche di povertà” ha dichiarato la Carfagna.

Attuazione del Piano di ripresa e resilienza, in particolare per la riduzione del divario territoriale. Forte impegno per ottenere la proroga della decontribuzione per le imprese del Mezzogiorno, con l’obiettivo di rendere strutturale il beneficio, assicurandone la prosecuzione per un ampio arco temporale su questi e altri punti si sono confrontati la ministra per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna, il presidente Costanzo Jannotti Pecci e il Consiglio di Presidenza di Unione Industriali Napoli. All’incontro, svoltosi presso la sede dell’Associazione a Palazzo Partanna è intervenuto il Presidente della Fondazione Mezzogiorno Antonio D’Amato.

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