Portici. Enzo Cuomo, sindaco di Portici con l’82%. La sua affermazione è una delle più forti in termini percentuali in Italia.
C’è una ragione dietro questi numeri? «Resto convinto che la differenza la fanno i fatti e gli amministratori che trovano soluzioni per i problemi dei cittadini. Noi abbiamo fatto un lavoro intenso in questi cinque anni e la differenza è stata tutta su questi temi. Noi protesi a lavorare per risolvere i problemi, i nostri avversari che si attardavano nelle loro polemiche strumentali».
De Luca l’ha definita un sindaco sveglio e capace. Le fanno piacere queste parole? «Mi fa molto piacere perché De Luca è un fuoriclasse della politica e del governo. Da sindaco di Salerno e da Governatore questo suo endorsement non può che rendermi felice».
Sarà difficile secondo lei ora governare con dieci liste? «Guardi nel 2017 ho vinto con 13 liste. E ho governato per 5 anni senza problemi. Qualche scoria si è autoeliminata. Poi, governare è sempre difficile ma il problema non sono le liste ma le scelte da fare. Del resto i candidati che più si sono spesi per tenere unita la colazione sono stati premiati dagli elettori».
Parliamo di politica: a Portici non c’è stato un accordo elettorale col Movimento Cinque Stelle e lei ha vinto lo stesso. Secondo lei questa alleanza durerà?
«Tante liste civiche della nostra coalizione hanno preso più voti dei Cinque Stelle. Il che denota che le scelte fatte dal M5S erano improntate all’autoreferenzialità del consenso. Quando a questa si uniscono personalismi e pregiudiziali non si trovano ragioni per un confronto di merito».
Sono tanti in queste ore a criticare l’azione del segretario nazionale Letta di inseguire i grillini per un accordo alle politiche 2023. Lei cosa pensa? «Il Pd e Letta fanno bene ad allargare il campo e tenere un dialogo aperto con gli elettori dei Cinque Stelle. Su questo punto credo che si debba continuare su questa strada tenendo conto però di un dato rilevante. Portici, ad esempio, è una delle città più grandi dei collegi senatoriali e i risultati elettorali denotano una tendenza che non va verso rappresentanze importante all’appartenenza ai Cinque Stelle. Sarebbe uno schiaffo ai cittadini di questo collegio. Si ragioni, dunque, sull’alleanza tenendo conto dei numeri in campo. A Portici i grillini sono rappresentati da un senatore che non si è adoperato per accorciare le distanze. Anzi ha contribuito in maniera decisiva solo per acuirle».
C’è un’altra parte, invece, che punta a un’alleanza liberale che veda il Pd insieme a Forza Italia, Azione e Italia Viva. Funzionerebbe?
«Penso che il Partito Democratico debba essere baricentrico rispetto ad una coalizione larga che guardi alle aree progressiste, senza rifugiarsi nella sinistra massimalista, e alle parti moderate elettorale liberale. È compatibile sulla base di un programma chiaro e definito, ben articolato su cui gli elettori sceglieranno».