Una splendida serata all’insegna della cultura, della grande musica e dell’arte. Un’occasione per coltivare la memoria e rilanciarla. Un tassello prezioso per riscoprire i valori e i miti del passato con l’obiettivo di coinvolgere le nuove generazioni. E’ un nuovo inizio di un percorso costruttivo e ambizioso la presentazione di “Enrico Caruso, il re scugnizzo della lirica”, il libro edito da Metropolis, nella collana “Terra Nostra”, al centro dell’evento ospitato nell’incantevole Chiostro di San Francesco di Sorrento. Condotta magistralmente da Veronica Maya, che proprio qui mosse i primi passi della sua carriera artistica e che con Sorrento ha un legame sentimentale indissolubile, l’iniziativa accende i riflettori su una figura storica immensa, su un’artista protagonista di successi incredibili e che tuttora rappresenta un punto di riferimento. «Leggere è un dovere, soprattutto di questi tempi – ha detto il direttore di Metropolis Raffaele Schettino – Raccontare Caruso, ripercorrere la sua vita e delineare lo spaccato socio economico della Napoli a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, è un’emozione unica. L’auspicio, con quest’opera, è anche quello di portare i nostri giovani ad avvertire la bellezza della storia e della cultura attraverso un’icona della nostra terra come Caruso».
Il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, presente al Chiostro assieme a numerosi assessori e consiglieri comunali, ha sottolineato «l’importanza storica del legame che c’è tra la nostra città e Caruso.
Il tenore ha saputo intrecciare la propria vita con Sorrento ed è fondamentale rimarcare e rilanciare questi valori nel tempo». Presenti al Chiostro tante personalità e autorità civili e militari tra cui il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli Luigi Riello, il presidente del Tribunale di Torre Annunziata Ernesto Aghina, i sindaci di Pompei, Boscotrecase e Trecase Carmine Lo Sapio, Pietro Carotenuto e Raffaele De Luca e il presidente di Bcp Mauro Ascione oltre ai vertici del Museo Correale. «Si dà per scontato che Enrico Caruso sia un mito. Ma era soprattutto un genio che ha stravolto il concetto della lirica.
C’è la lirica prima di Caruso e c’è quella dopo» ha ricordato Federico Caruso, pronipote del tenore. «E’ comunque grave che dal 1922 Caruso non sia ricordato in maniera degna da Napoli e dalle istituzioni» ha ammonito Gaetano Bonelli, direttore della casa museo Caruso di Napoli. «Il mito di Caruso ha influenzato una stella della musica mondiale come Elvis Presley. Questo è l’ennesimo elemento che testimonia l’immenso valore musicale di Caruso», ha detto Carmine Aymone, tra gli autori dell’opera. Nel corso della serata ci sono state letture dell’opera a cura di Annabell Romano, Stefania Piedepalumbo, Martina Capasso e Giulia Sorrentino del liceo Pascal di Pompei. Ad accompagnarle i musicisti del liceo musicale Severi di Castellammare di Stabia. A impreziosire la serata il tenore Daniele Zanfardino, che nel corso dell’evento ha donato emozioni uniche cantando “O Sole mio” e “Caruso”, la canzone capolavoro di Lucio Dalla: al suo fianco, il maestro Giminiano Mancusi (pianoforte) con Angelo Ruggieri (flauto) e Vezio Iorio (viola). Il cofanetto “Enrico Caruso, il re scugnizzo della lirica” si compone di un libro e, in allegato, anche un vinile nel quale sono registrate due tracce: “Santa Lucia” e “‘O Sole mio”, due tra le canzoni più note interpretate dalla voce di Caruso. Si tratta della seconda opera della collana “Terra Nostra” dopo il libro dedicato all’Amerigo Vespucci.