“Una raffica di rincari in tutto il comparto del turismo e dei trasporti “che renderà salatissime le vacanze estive degli italiani”. Lo denuncia il Codacons, che ha rielaborato i dati definitivi sull’inflazione diffusi dall’Istat.
“Nell’ultimo mese si sono registrati in Italia fortissimi aumenti delle tariffe che raggiungono livelli record per i biglietti aerei, i cui prezzi in alcuni casi sono più che raddoppiati rispetto allo scorso anno”, spiega il Codacons. “Acquistare un volo europeo costa infatti oggi addirittura il 127,6% in più rispetto al 2021, mentre i voli internazionali hanno subito incrementi del +103,3%. Aumenti delle tariffe anche per i voli nazionali (+21,4%)”.
Ma ad aumentare sono “anche le tariffe dei traghetti che salgono del 22,7% su base annua, mentre spostarsi in auto costa il 25% in più rispetto allo scorso anno se si dispone di una vettura a benzina, e oltre il 33% in più in caso di auto a gasolio”.
Non va meglio per tutte le altre voci legate al turismo e alle vacanze, analizza ancora il Codacons.
“Alla base dei rincari abnormi dell’ultimo periodo i maggiori costi energetici in capo agli operatori turistici, che vengono scaricati sui consumatori finali attraverso prezzi e tariffe, e l’escalation di benzina e gasolio che determina effetti diretti sulle tariffe del comparto trasporti”, conclude.
A preoccupare i “professionisti della strada”, rileva la Cgia, non è solo il caro carburante. “A differenza dei colleghi europei, le categorie richiamate più sopra dispongono di servizi inferiori e subiscono costi fissi superiori. Se in Olanda, in Germania e in buona parte della Spagna, ad esempio, le autostrade sono gratis, in Italia i pedaggi sono tra i più cari d’Europa. Senza contare che abbiamo un deficit logistico/infrastrutturale spaventoso che, secondo il Ministero delle Infrastrutture, costa al sistema economico del Paese 40 miliardi di euro all’anno”. Se nel decreto Aiuti approvato dal Consiglio dei Ministri il 18 marzo scorso oltre alla riduzione delle accise sono state introdotte anche delle misure specifiche per l’autotrasporto, “queste ultime, sebbene non ancora esecutive, interesseranno marginalmente i piccoli padroncini, in particolar modo i monoveicolari”.
Se, infatti, prosegue la Cgia, teniamo conto che “solo poco più dell’8 per cento degli autocarri immatricolati in Italia ha una massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate (pari a 346.482 autocarri), peso oltre il quale il proprietario beneficia di un parziale rimborso delle accise sul gasolio3, i rimanente 92 per cent o circa dei veicoli (3.908.524 autocarri) non gode di alcun sconto”.
Va ricordato, altresì, che “il credito di imposta per il rimborso delle accise sui carburanti è previsto per legge anche per i taxisti e per i bus scolastici”.
Per gli autonoleggiatori con conducente, invece, questo beneficio è riconosciuto “solo a coloro che hanno la licenza rilasciata da amministrazioni comunali dove non sono presenti i taxi. Il credito di imposta, infine, non è previsto per gli agenti di commercio e per i bus turistici”.