Roma. Aumenta la circolazione del virus SarsCoV2 in Italia nell’ultima settimana e cresce la diffusione della sottovariante Omicron BA.5 più contagiosa. E gli effetti in termini di pressione sugli ospedali si fanno già sentire: si ferma, infatti, il rallentamento dei ricoveri e la curva è ora sostanzialmente piatta, mentre in 7 giorni sono più che raddoppiate le ospedalizzazioni tra i bambini.
A questo quadro si affianca la preoccupazione legata alla ancora bassa percentuale, che si attesta al 27%, di soggetti fragili che hanno fatto la quarta dose di vaccino anti-Covid consigliata. A confermare l’inversione di trend in atto ormai da vari giorni è il rapporto settimanale della Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso).
La curva dei ricoveri Covid è piatta, spiega Fiaso, e “dopo il rallentamento progressivo del calo dei ricoveri delle precedenti settimane, la rilevazione del 21 giugno degli ospedali sentinella mostra un arresto di tale riduzione e una sostanziale stabilità”.
Tra i ricoverati in intensiva per Covid, ovvero con sindromi respiratorie e polmonari, il 37% risulta non vaccinato; tra i vaccinati, invece, quasi tutti ormai da oltre 4 mesi, il 100% ha altre patologie.
“L’aumento della circolazione del virus con la nuova variante ha determinato una battuta d’arresto nella riduzione dei ricoveri che dobbiamo attentamente monitorare – commenta il presidente Fiaso, Giovanni Migliore -. Al momento comunque i numeri restano bassi e non destano preoccupazione. Va sottolineato, tuttavia, che ci sono ancora 10 milioni di italiani che non hanno fatto la terza dose. Dati ancora più bassi per la quarta dose booster destinata agli anziani e ai più fragili: solo il 27% si è sottoposto a vaccinazione. Il virus colpisce proprio i più deboli sprovvisti di un’ampia copertura vaccinale e, a riprova di questo, ci sono i dati che arrivano dalle nostre rianimazioni: la quasi totalità dei pazienti è costituita da soggetti affetti da altre patologie che avrebbero dovuto ricevere la quarta dose”.
Nelle classi di età pediatriche si osserva invece un aumento abbastanza netto. I ricoveri, pur restando limitati, sono più che raddoppiati. I pazienti sono per lo più bambini molto piccoli (neonati tra 0 e 6 mesi che in una settimana sono quasi triplicati da 5 a 14), nei cui confronti, precisa però Fiaso, il ricorso al ricovero è dovuto ad una eccesso di prudenza, senza necessariamente u aumento della gravità delle sindromi.
Per la prima volta da cinque settimane, inoltre, si registra un ricovero pediatrico in terapia intensiva per Covid. Intanto, secondo i dati del bollettino quotidiano del ministero della Salute, sono 53.905 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 62.704) e le vittime sono 50, in calo rispetto alle 62 di ieri. Sono stati eseguiti in tutto 246.512 tamponi con il tasso di positività al 21,8%, stabile rispetto al 21,4% di ieri. Sono invece 216 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 10 in meno rispetto a ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 4.947, ovvero 144 in più.
Non solo Covid, però. In vista del prossimo inverno a preoccupare è anche l’influenza stagionale, che nell’emisfero Sud del mondo si sta riaffacciando “in maniera prepotente” anche per via della riduzione delle misure contro il Covid, come distanziamento e mascherine. E questo “potrebbe essere un indicatore di quello che succederà anche da noi nel prossimo autunno/inverno”, avverte il virologo Fabrizio Pregliasco. In questi giorni, spiega, il sistema di sorveglianza australiano sta rilevando un andamento di crescita della curva epidemica “estremamente accelerato, in anticipo rispetto al normale andamento”.
Anche in Argentina sembra esserci la stessa situazione. Questi dati “dovrebbero preallertarci in modo da non arrivare impreparati”, commenta Pregliasco, che evidenzia la necessità di spingere sulla campagna vaccinale antinfluenzale per evitare, soprattutto nei fragili, complicazioni polmonari dovute all’influenza o una sovrapposizione con il Covid.