Torre del Greco. Doveva essere il «giorno della verità» per gli imputati, l’occasione «giusta» per raccontare in aula la propria versione dei fatti e provare così a smantellare il castello accusatorio costruito dalla procura di Torre Annunziata. Invece, l’ultimo round del processo relativo al «filone dei pacchi» dell’inchiesta sulla scandalo del voto di scambio all’ombra del Vesuvio si è chiusa – complice l’annunciata assenza del pubblico ministero titolare del fascicolo – con un sostanziale nulla di fatto.
A salire sul banco dei testimoni è toccato nuovamente all’ex consigliere comunale Stefano Abilitato, già condannato in via definitiva nell’ambito del filone principale dell’inchiesta. Il broker assicurativo – archiviata durante la scorsa udienza la vicenda relativa ai pacchi spesa distribuiti durante il periodo elettorale da Domenico Pesce, l’ex patron della Turris noto semplicemente come Mimmo – ha ricostruito davanti ai giudici l’aggressione elettorale avvenuta in vico Agostinelle.
Un’aggressione di cui devono rispondere l’imprenditore Vincenzo Izzo – titolare della pescheria Don Do’ in zona porto – e il meccanico Gennaro Savastano, ritenuti sponsor politici dell’ex consigliere comunale Mario Buono (a propria volta imputato nell’ambito di un terzo filone dell’inchiesta).
Incalzato dalle domande dei difensori dei due imputati – rispettivamente l’avvocato Antonio De Martino e l’avvocato Patrizia Magliulo – l’ex golden boy di Forza Italia ha sostanzialmente confermato i fatti già «cristallizzati» durante i precedenti processi.
Ribadendo di essere stato prima minacciato e poi schiaffeggiato – insieme a un suo galoppino – per avere organizzato un incontro elettorale in vico Agostinelle, già «coperto» dai portatori di voti di Mario Buono.
Dopo un fuoco di fila di una ventina di minuti, il processo è stato aggiornato a metà ottobre. Quando, salvo ulteriori colpi di scena, toccherà ai tre imputati provare a raccontare una diversa versione dei fatti andati in scena alla vigilia del voto del 2018, tra pacchi per i poveri consegnati in cambio di voti e aggressioni elettorali.
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