Torre del Greco. Manca una manciata di minuti a mezzogiorno, il sole è alto e cocente su piazzale Madonna del Principio e una donna spinge a fatica un passeggino in cui riposa la figlia di pochi mesi. Deve raggiungere il centro cittadino e l’ascensore della villa comunale rappresenta la «strada» ideale per arrivare a destinazione senza ulteriori sforzi. Ma il cancello d’accesso all’impianto è desolatamente sbarrato: «Si è guastato un’altra volta», chiede la giovane mamma a un anziano ferma davanti alle sbarre in ferro. «Non riesco a capire, non ci sono cartelli – risponde l’uomo, gettando lo sguardo ai 96 scalini di collegamento al parco pubblico di corso Vittorio Emanuele -. Bisogna salire a piedi, oppure fare tutto il giro per via Cesare Battisti».
Niente vigilantes
L’ennesima doccia gelata per gli abitanti della zona porto della città (e non solo) è arrivata agli inizi del mese di luglio, quando l’ascensore della villa comunale – fortemente voluto dall’ex sindaco Ciro Borriello e rimasto a lungo «bloccato» da un’inchiesta giudiziaria condotta dalla procura di Torre Annunziata – si è fermata senza preavviso di sorta. Inutile sperare in una nota del Comune o in una comunicazione social del sindaco. Per dirla proprio alla Giovanni Palomba: «Torre muore, Torre assente». Così come le guardie giurate incaricate del servizio di sorveglianza all’impianto. Perché la ragione dello stop – inizialmente sconosciuta perfino all’assessore ai servizi tecnologici Giuseppe Speranza, neanche informato dell’ennesimo disservizio all’ombra del Vesuvio – all’ascensore è legato proprio alla mancanza di personale di vigilanza. Tra nuova ondata di contagi da Covid-19 e ferie estive, infatti, non c’è possibilità di coprire i due turni (mattina e pomeriggio) di vigilanza. E a pagare le spese della completa mancanza di programmazione e indirizzo della carovana del buongoverno di palazzo Baronale sono, come sempre, sono i cittadini.
Gli orari ridotti
D’altronde, già in passato c’erano stati malumori e proteste per la decisione di mantenere in funzione l’impianto solo otto ore al giorno, lasciando scoperte importanti fasce orarie. «Meglio solo 8 ore che niente», aveva obiettato qualche inguaribile ottimista. Ora beffato dall’ennesimo disastro dell’amministrazione comunale targata Giovanni Palomba.
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