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Torre del Greco, flop del reddito di cittadinanza: solo 57 beneficiari (su 2.500) impiegati al Comune
CRONACA
10 luglio 2022
Torre del Greco, flop del reddito di cittadinanza: solo 57 beneficiari (su 2.500) impiegati al Comune
Progetti utili per la collettività lanciati a settembre del 2021: in 10 mesi in servizio solo il 2,3% dei percettori del sussidio targato M5S
Alberto Dortucci

Torre del Greco. La bellezza di circa 2.500 percettori del reddito di cittadinanza e la miseria di soli 57 beneficiari impiegati in dieci mesi in progetti utili alla collettività. Sono le due facce del sussidio targato M5S all’ombra del Vesuvio: boom di spese pubbliche e praticamente nessuna inclusione sociale e occupazionale. I dati emergono dall’analisi delle iniziative promosse dall’amministrazione comunale per (re)inserire – come previsto dalla legge – i percettori del reddito di cittadinanza nel mondo del lavoro, in modo da «giustificare» lo sforzo economico dello Stato per «mantenere» circa un milione di italiani.

Il via ai puc

A settembre del 2020 l’ente di palazzo Baronale avviò le procedure per tamponare le gravi carenze di personale in vari settori del Comune attraverso l’impiego dei percettori del reddito di cittadinanza. A distanza di un anno – complice il terremoto politico costato la poltrona alla «coppia del welfare» formata dall’ex assessore alle politiche sociali Luisa Refuto e al soldato Luigi Caldarola, oggi seduto tra i banchi dell’opposizione –  sono stati avviati quattro progetti utili alla collettività relativi a: cura del verde pubblico, servizi di guardiania agli impianti sportivi, controllo del cimitero e supporto all’ufficio anagrafe. La scorsa settimana, poi, si è dato il via al quinto progetto relativo all’impiego di beneficiari del Rdc per la distribuzione e la consegna dei kit per la raccolta differenziata: sono quattro, al momento, i «lavoratori» selezionati dal Comune per l’ultimo puc attivo – vista la pausa per ferie del mese di agosto – fino a novembre.

Il record negativo

Il totale dei beneficiari del sussidio statale – a oggi difeso a spada tratta dagli esponenti del M5S «sopravvissuti» alla scissione promossa dal ministro Luigi Di Maio – al servizio della collettività conta, in dieci mesi, solo 57 unità. In pratica, meno del 2.3%  Un record decisamente negativo a fare da contraltare ai numeri da primato di percettori del Rdc. Attualmente sono cinque le «unità di supporto» all’ufficio anagrafe – in totale, 14 dal primo dicembre, giorno di attivazione del puc – e sette le «sentinelle» del cimitero (fino a oggi, 25 in totale). Due, invece, i beneficiari di Rdc impiegati per sorvegliare la tendostruttura La Salle (in totale 10 dall’inizio del puc).

La macchina burocratica

A rallentare il Comune la macchinosa procedura per la selezione dei lavoratori (da impiegare per 8 ore settimanali per massimo tre mesi, in teoria per favorire il «ricambio») e la difficoltà nell’inquadrare le specifiche competenze dei profili risultati «idonei» ai progetti utili per la collettività promossi dall’ente di palazzo Baronale. «I lavoratori devono essere affiancati da tutor, almeno inizialmente», sottolineano dall’ufficio politiche sociali. Poi dopo tre mesi devono lasciare il posto ai «nuovi» arrivati. E il ciclo riparte da zero. Come a dire: campa cavallo che il reddito (di cittadinanza) cresce.

@riproduzione riservata

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