Perugia. Una nuova ipotesi d’accusa per l’ex magistrato Luca Palamara scaturisce dalla richiesta di archiviare l’indagine sulla ‘loggia Ungheria’ avanzata dalla Procura di Perugia al gip. Istigazione alla corruzione il reato configurato per il presunto interessamento dell’allora componente del Consiglio superiore della magistratura nell’agevolare l’ex pm siracusano Maurizio Musco, amico dell’avvocato Piero Amara (dalle cui dichiarazioni è partita l’inchiesta sulla presunta associazione segreta) quando era accusato di abuso d’ufficio.
Sullo sfondo si delinea però un nuovo scontro tra Palamara e la Procura del capoluogo umbro, guidata da Raffaele Cantone, sulle notizie filtrate sui mezzi d’informazione relativamente al nuovo troncone d’inchiesta. I magistrati ritengono riscontrate le dichiarazioni di Amara sui fatti addebitati a Palamara.
Il quale avrebbe avvicinato il giudice di Cassazione Stefano Mogini (come confermato da lui stesso agli inquirenti) sottolineando però che “grazie alla schiena dritta del magistrato” questo non portò ad alcun risultato positivo per Musco. Un’indagine tutta da definire sotto il profilo giudiziario che però ha già innescato un nuovo scontro tra Palamara e la Procura di Perugia.
Che nel comunicato diffuso per rendere nota la richiesta di archiviazione per la loggia Ungheria aveva lamentato come fosse stata interessata da una “sostanziale e totale discovery anticipata della parte più significativa del materiale probatorio”, le dichiarazioni di Amara, e che questo aveva “certamente inciso sulle indagini”.
Quindi dopo le notizie sul contenuto dell’istanza al gip i magistrati hanno aperto già nelle prime ore di sabato mattina un fascicolo per fuga di notizie. “E’ un fatto gravissimo” ha detto Cantone. “La Procura di Perugia – ha sottolineato – è parte offesa in questa fuga di notizie. Non abbiamo mai avuto alcun interesse a che il contenuto della richiesta di archiviazione venisse pubblicato dai mezzi d’informazione. Faremo tutto il possibile per accertare da dove sia uscita”.
Palamara ha invece annunciato una “nuova denuncia penale a Firenze e una segnalazione alla procura generale della Cassazione” per quella che ha definito “la gravità della condotta degli inquirenti perugini”.
“Le notizie pubblicate – ha sostenuto – fanno riferimento a fatti e vicende che in alcun modo mi sono state contestate nel corso di un interrogatorio del 14 giugno 2022 proprio sulla vicenda Musco. Perché durante quell’interrogatorio, nel quale mi vennero contestate le fantasmagoriche accuse dell’avvocato Amara ‘ti darò 30.000 euro e ti scanno se non lo fai’ in relazione alle quali pur non registrando l’interrogatorio in tono amichevole dissi al procuratore Cantone che a quel punto sarebbe stato più divertente contestarmi il tentato omicidio, la pubblica accusa non mi ha dato lettura delle dichiarazioni di Mogini? E perché invece le dichiarazioni di Mogini sono state riportate dai giornali?”.