Torre del Greco. Il giorno in cui la «grillina-pentita» Clementina Sasso venne eletta come presidente della neonata consulta ambientale, il sindaco Giovanni Palomba non mancò di sottolineare l’importanza di un costruttivo dialogo con i cittadini per uscire dalla crisi-rifiuti in cui era (già) piombata la città. Era l’inizio di ottobre del 2020 e l’organismo «green» di Torre del Greco muoveva finalmente i primi passi, con l’obiettivo e la speranza di cominciare a risolvere le gravi criticità del settore Nu all’ombra del Vesuvio grazie (anche) alla «collaborazione» con l’amministrazione comunale.
Lo schiaffo politico
Sono passati poco meno di due anni e tutte le buone intenzioni – a partire dal «confronto» auspicato dal primo cittadino – sono rimaste solo sulla carta. Al punto da convincere i vertici della consulta ambientale a scrivere al segretario generale dell’ente di palazzo Baronale per sollecitare l’apertura di un tavolo di discussione con l’amministrazione comunale. Senza successo. Perché non solo la lettera è rimasta – fino a oggi – senza risposta, ma la comunicazione dell’organismo green è stata snobbata perfino durante l’ultima seduta del consiglio comunale. Quando la maggioranza targata Giovanni Palomba – a dispetto dello scarno ordine del giorno dei lavori – si è rifiutata di affrontare la questione. Con buona pace del «profondo disappunto per l’atteggiamento di disinteresse dell’amministrazione comunale» lamentato dai vertici della consulta ambientale.
Le tre emergenze
Eppure, le criticità richiamate dall’organismo green dovrebbero interessare gli esponenti della carovana del buongoverno: «In particolare – si legge nella nota inviata al segretario generale Pasquale Incarnato – si richiama l’attenzione sulle mancate risposte alle richieste di informazioni o di documentazione inoltrate dalla Consulta sia tramite posta certificata sia nel corso di incontri con esponenti di organi competenti, sul mancato riscontro alle proposte avanzate dalla consulta circa tematiche di interesse per la città e sul mancato coinvolgimento e consultazione della consulta su proposte o progetti relativi a tematiche ambientali». Insomma, in circa due anni non è stato fatto neanche un passo in avanti. Dopo gli spot e gli impegni, i vertici del Comune si sono «allegramente» disinteressati della consulta ambientale. «È ovvio che in assenza di basi concrete per la creazione di un dialogo costruttivo – conclude la nota – la consulta ambientale non può svolgere i compiti a essa assegnati e costituisce un organismo vuoto e privato dei suoi obiettivi». E il dubbio che fosse tutto previsto dall’inizio, a questo punto, può essere lecito.
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