Napoli. L’ultimo report di Telefono Azzurro è un pugno nello stomaco. Un allarme che suona per le coscienze di tutti: «L’abuso sessuale a danno di minori è un fenomeno complesso che colpisce milioni di bambine e bambini nel mondo. È un problema di sanità pubblica prevalente in tutte le società e le generazioni, a prescindere dallo status socioeconomico».
Un anno nero
Durante il 2021 (dati raccolti fino al 31 ottobre), i minori coinvolti nei casi di abuso sessuale gestiti dal servizio emergenza infanzia 114 sono stati 169 (+22% rispetto all’analogo periodo temporale dell’anno 2020, quando i minori coinvolti sono stati 139). Numero che sale a 846 se si considerano i casi compresi tra il l primo gennaio 2015 e il 31 ottobre 2021. Nel 95% dei casi gestiti i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime (+19% rispetto all’analogo periodo temporale del 2020), nel 4% di autori e nell’1% in quello di testimoni.
Aumento degli abusi
Gli abusi sono aumentati del 47% rispetto all’analogo periodo temporale dell’anno 2020. I casi sono così classificati: sospetto abuso (33,7%), tocco genitali (26,4%), penetrazione vaginale (9,6%) e anale (3,9%), fellatio (7,9%), prostituzione minorile (4,5%), proposte verbali (3,9%), costrizione a assistere atti (3,4%) e a visione materiali (1,1%), esibizionismo (3,4%), pedopornografia (1,1%) e dating violence (1,1%). Per quanto concerne l’età dei minori, durante l’anno 2021 (alla data del 31 ottobre) il 39,9% dei casi gestiti ha visto coinvolti bambini tra gli 0 e i 10 anni, il 23,5% preadolescenti tra gli 11 e i 14 anni e il 32% adolescenti tra i 15 e i 17 anni.
I dati regionali
Classificando i casi gestiti in base alla provenienza geografica, emerge come nell’anno 2021 le richieste d’aiuto siano pervenute in primo luogo dal Lazio (23%) e dalla Lombardia (19%). Seguono la Campania (10%), la Toscana (8%), l’Emilia-Romagna (5%), il Veneto (5%), il Piemonte (4%), la Sardegna (4%) e la Sicilia (4%). Le regioni rimanenti costituiscono una minoranza che va dal 3% (Liguria e Calabria) all’1% (Puglia) delle richieste d’aiuto totali. Il 2% delle richieste proviene dall’estero.
I luoghi a rischio
Per quanto riguarda il luogo in cui sono avanni.
venuti i casi, i dati mostrano che nel 49% dei casi le situazioni riferite sorgono e/o persistono tra le mura domestiche. Seguono in rapida successione altri luogi a rischio: la casa di parenti (17%), i luoghi pubblici all’aperto (5%) e pubblici (3%), la scuola (5%), la Rete (4%), le comunità Cpa (2%), la strada (2%), e copn la stessa percentiale sia le chiese, gli oratori che gli impianti sportivi (1%). Nel 7% non è noto il luogo in cui si verifica l’oggetto della segnalazione, nel 3% è un luogo non compreso in quelli sopra citati e, infine, nel 2% non vi è nessun luogo.
Il silenzio
Conoscere l’esatta prevalenza dell’abuso sessuale sui minori è difficile, dato che spesso l’abuso viene alla luce dopo molto tempo: alcune ricerche hanno stimato che dal 30% all’80% delle vittime di abuso sessuale non rivela l’accaduto finché non raggiunge l’età adulta, e un numero incalcolabile mantiene il segreto per tutta la vita. «Ciò avviene principalmente per paura di ritorsioni da parte di chi ha commesso l’abuso, o perché temono di non essere creduti; inoltre, spesso le vittime provano sentimenti quali vergogna o senso di colpa, e questo influisce sulla probabilità di rivelare l’accaduto». Basandosi su più di 200 studi pubblicati si può stimare che la prevalenza dell’abuso sessuale sui minori a livello globale è dell’11,8%.
Ragazze esposte
Il tasso di prevalenza per le ragazze è del 18%, per i ragazzi del 7,6%. In Italia nel 2020, i bambini (0-13) o ragazzi (14-17 anni) rappresentano rispettivamente il 30% e il 14% del totale delle vittime di adescamento, a fronte del 70% e 86% di bambine e ragazze, rispettivamente (Servizio Analisi Criminale, 2020). L’abuso sessuale sui minori è più frequente all’interno della famiglia e nella cosiddetta cerchia della fiducia.
Orchi in casa
Il 48% delle vittime intervistate (5440) ha riferito di essere stato abusato da un componente della famiglia. «Tuttavia, l’abuso può avvenire in tutti i contesti in cui il bambino o adolescente si trova e in cui dovrebbe essere protetto, ovvero l’ambito scolastico, l’ambito sportivo, il contesto religioso, e in generale nelle varie realtà ricreative ed educative frequentate dai minori». Il 12% delle vittime intervistate ha riportato di aver subito l’abuso per mano di un insegnante-educatore, il 6% di un membro del clero, e l’1% ha riportato di essere stato abusato da un allenatore. L’Istituto Nazionale di Statistica (dati istat fermi al 2015), ha accertato che il 10,6% delle donne di 16-70 anni di età ha subito violenza sessuale prima dei 16
Canali di denuncia
Durante l’anno 2021, gli utenti si sono messi in contatto con il Servizio Emergenza Infanzia 114 nell’83,6% dei casi attraverso il canale telefonico (contatti più che triplicati rispetto all’analogo periodo temporale dell’anno 2020. La chat è stata utilizzata dagli utenti nel 9,1% dei casi. Il web e la posta elettronica sono stati utilizzati, rispettivamente, nel 4,6% e nell’1,8% dei casi.
Tipi di segnalazione
Per quanto concerne le tipologie di segnalazioni, quelle più frequenti sono relative a CSAM (72,4%). Seguono con proporzioni minori le segnalazioni relative a incitamento alla violenza (5,9%) e alla pedofilia (5,6%), a immagini non erotiche di bambini/e nudi/e (5,4%). Una quota minore di segnalazioni è relativa a discriminazioni (2,6%), cyberbullismo (1,5%), contenuti pornografici su siti per minori (1%) e grooming (1%). La restante quota di segnalazioni pervenute è relativa a turismo sessuale (0,6%), crimini online (0,4%), incitamento a atti autolesivi-suicidio (0,3%), droga (0,2%), terrorismo (0,1%), traffico di minori (0,1%) e contenuti estremi (0,1%). Il 2,4% delle segnalazioni è stata inclusa in una categoria altra rispetto alle precedenti, mentre lo 0,4% non è stato categorizzato. Le segnalazioni risultano anonime nel 98% dei casi.
L’incidenza Covid
La pandemia da Covid 19 può essere considerata come uno dei fattori che ha contribuito all’aumento dei fenomeni dell’abuso e dello sfruttamento sessuale a danno di minori, in quanto con la chiusura delle scuole, la sospensione delle attività extrascolastiche e in generale la limitazione degli spostamenti, bambini e adolescenti, così come gli adulti, hanno passato molto tempo confinati in casa, trascorrendo svariate ore al giorno su Internet e sui social media (Telefono Azzurro, 2021). Potrebbero volerci anni prima che i dati reali di tale impatto siano conosciuti, considerando che l’abuso sessuale già di per sé è una realtà sommersa e che le cause dell’innalzamento delle percentuali di segnalazioni potrebbero essere, in misure da indagare, anche dovute ad una maggiore consapevolezza e sensibilità su queste tematiche, grazie all’azione delle autorità e dei mezzi di comunicazione.