Torre del Greco. La discussione politica è in programma oggi in consiglio comunale. Ma la pietra tombale sul concorso per i precari del welfare promosso dall’amministrazione comunale targata Giovanni Palomba è già racchiusa in una nota firmata dal segretario generale Pasquale Incarnato, responsabile dell’anti-corruzione a palazzo Baronale: tre paginette – inviate alla super-dirigente Claudia Sacco, responsabile dei servizi sociali – in cui il pupillo dell’ex commissario straordinario Giacomo Barbato rileva una serie di «criticità» relative al bando promosso a inizio agosto e, in pratica, boccia la procedura adottata dalla carovana del buongoverno guidata dallo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio.
Il parere decisivo
La nota firmata da Pasquale Incarnato – in riscontro alla relazione inviata il 2 settembre dalla super-dirigente Claudia Sacco dopo le «anomalie» rilevate da quattro esponenti dell’opposizione – rappresenta una mazzata alla volontà del sindaco Giovanni Palomba e dei suoi nuovi alleati di portare avanti (a ogni costo) il concorso per i precari del welfare. Perché il parere del responsabile dell’anti-corruzione a palazzo Baronale spazza via tutte le «ragioni» alla base del bando per soli esami e niente titoli, a partire dalla scelta di «non privilegiare l’esperienza professionale per non penalizzare i candidati più giovani». Una scelta decisamente sbagliata, secondo il massimo funzionario del Comune. «Da un’attenta lettura della relazione nonché degli atti collegati o riconducibili all’avviso pubblico – l’affondo di Pasquale Incarnato – emergono criticità tali da invitare il dirigente dei servizi sociali a una rivalutazione del procedimento e a una eventuale rideterminazione in merito». Ovvero, tradotto dal burocratese, revocare in autotutela il bando – a cui, a dispetto del periodo estivo, si sono iscritti la bellezza di 600 candidati per 25 contratti di otto mesi – prima delle prove scritte in programma la prossima settimana.
Le 4 contestazioni
«Il primo profilo critico meritevole di attenzione – osserva il segretario generale – riguarda il contrasto degli atti e del procedimento con il regolamento comunale degli uffici e dei servizi che disciplina espressamente le modalità per la costituzione del rapporto di lavoro a tempo determinato presso l’ente di via Plebiscito». Un tasto su cui avevano battuto già a inizio agosto i quattro consiglieri comunali Luigi Caldarola, Vittorio Guarino, Vincenzo Salerno e Santa Borriello: la selezione avviene per titoli e esami tra i candidati in possesso dei requisiti previsti dall’avviso pubblico. «Orbene, il dirigente nel suo operare non può attingere a un generico humus etico-sociale per avallare le sue determinazioni – scrive Pasquale Incarnato -. La sua attività si deve svolgere nell’ambito segnato dalle norme regolamentari in vigore e, nel caso di specie, non risultano agli atti deroghe dell’organo politico collegiale». Sempre la dirigente ai servizi sociali è poi invitata «a una approfondita riflessione» sulle criticità relative allo svolgimento delle procedure concorsuali previste dal decreto legislativo 165 del 2001, con particolare riferimento ai titoli richiesti per figure professionali specializzate. Sostanziale, poi, la contestazione relativa alla presentazione delle domande: l’avviso pubblico prevedeva la possibilità di partecipare al concorso fino alle 18 del 17 agosto 2022, mentre «collegandosi online alla piattaforma – rileva il segretario generale – emerge che la data di chiusura delle candidature sia avvenuta alle 17 del giorno 17 agosto 2022 e non alle 18, come previsto dal bando e senza che siano intervenuti chiarimenti in merito per assicurare l’imparzialità dei potenziali interessati». Infine, una stoccata sull’obiezione relativa ai precedenti avvisi «parimenti senza richiami al regolamento comunale e non ritenuti illegittimi o impugnati». Secca la replica del responsabilità dell’anti-corruzione a palazzo Baronale: «L’affermazione assume un rilievo incongruo – conclude Pasquale Incarnato – in virtù del fatto che, qualora tale fattispecie sia sussistente, nulla rileva in quanto eventuali errori o procedure illegittime o irregolari non abilitano a perseverare». In pratica, se si è sempre sbagliato in passato non si deve (per forza) continuare a sbagliare in futuro. Parole pesanti come macigni che, vista la firma in calce alla nota, suonano come una sorte di de profundis per il concorso per i precari del welfare.
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