La lente della Commissione su oltre 44 mila candidati – 44.161 aspiranti consiglieri, 537 aspiranti sindaci o governatori per la precisione -, nell’ambito di tornate elettorali amministrative tenutesi tra il 2018 e il 2021. E poi, la produzione di 2744 documenti afferenti a indagini svolte per un totale di un milione 779 522 pagine confluite nella relazione conclusiva. Questi i numeri con cui la Commissione Antimafia si è presentata questa mattina alla stampa, rivendicando, nelle parole del suo presidente, il senatore Nicola Morra, una attività totalmente dedita “alla trasparenza” come dimostra “la mole impressionante” di documentazione prodotta ed anche l’ampio sforzo di “desecretazione” profuso.
Attività che però, lamenta lo stesso Morra, sarebbe potuta arrivare a risultanze ancora maggiori se non fosse stata interrotta dalla brusca caduta della legislatura. A risultati più approfonditi, dice ad esempio Morra, si poteva arrivare sul caso di “Alcamo Marina” rispetto al quale il senatore ex Cinque stelle si aspetta novità: “Se si vorrà – afferma -, verranno fuori cose divertenti, a nostro avviso la magistratura potrebbe riaprire il caso e la prossima commissione parlamentare di inchiesta, sempre che venga istituita, potrebbe ragionare su dinamiche che hanno generato fatti inquietanti tra Trapani e Palermo. Si rinvia a ‘Stay behind’, a Gladio e quindi a una storia che vede la criminalità organizzata dialogare con stati al plurale”.
All’esame della Commissione anche il tanto discusso caso del ciclista Marco Pantani rispetto al quale si confermano ombre, tanto sulla vicenda della squalifica al Giro d’Italia quanto su quelle relative alla morte. “Noi abbiamo riscontrato – ha spiegato il senatore Giovanni Endrizzi – che alcune porte non sono state aperte sull’ipotesi che ci sia stato un contributo di terzi al decesso, non è nostra competenza aprirle ma plaudiamo all’iniziativa della procura di Rimini di aver riaperto le indagini, da parte nostra forniremo ulteriore materiale in un clima di cordiale collaborazione sperando in una verità ultimativa”. Opportuna, alla luce dei lavori della Commissione, rileva invece la senatrice Stefania Ascari, la revisione del processo sul massacro di Ponticelli del 1983 che ha portato all’ergastolo dei tre operai Giuseppe La Rocca, Luigi Schiavo e Ciro Imperante condannati per la morte delle bimbe Barbara Sellini e Nunzia Munizzi. “Alla luce della relazione approvata all’unanimità – ha detto -, io mi auguro ci possa essere una revisione per arrivare a una verità reale”.
Nel complesso, la Commissione ha approvato 26 relazioni finali, “quasi tutte all’unanimità”, ha sottolineato Morra. Tra queste non è stata approvata invece la relazione sul caso Montante. Infine, evidenziando l’ampio scenario di infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata operanti nel nostro Paese, Morra ha avanzato la proposta che la legge sullo scioglimento degli enti sia riformata nel senso di estendere questa possibilità anche alle Regioni: “Se si sciolgono le aziende sanitarie – ha osservato – non vedo perchè non si potrebbero sciogliere le Regioni stesse”.