«Gli stabiesi devono sapere che la svendita delle Terme di Stabia si può evitare. Ma su questa vicenda dovrebbe intervenire la politica, non è una scelta che può essere lasciata ai tecnici». Così i 35 ex dipendenti termali replicano al diniego del Comune a valutare una loro assunzione collettiva. I lavoratori vantano un credito (tra stipendi, danni e contributi non versati) di oltre 8 milioni di euro dalla Sint, società partecipata del Comune di Castellammare e proprietaria delle Terme di Stabia, dell’Hotel delle Terme, di Villa Ersilia e parco idropinico. Proprio il debito della Sint nei confronti dei lavoratori costringerà la società a vendere all’asta tutti i beni. Ma gli ex dipendenti di Terme, attraverso il sindacato Ugl, hanno avanzato una proposta: sono pronti a rinunciare a tutte le spettanze in cambio dell’assunzione al Comune. «Con questa soluzione, la Sint non sarebbe costretta a vendere i beni e si potrebbero immaginare eventuali progetti di sviluppo per quell’area», sostengono i termali. Nei giorni scorsi però il Comune è stato perentorio: non c’è alcuna possibilità, perché le norme non lo consentono. «Il Comune è sotto organico e questa è una valutazione che non può essere lasciata ai tecnici. La politica, anche quella regionale, batta un colpo», dicono i lavoratori. Ma intanto, per il prossimo 6 ottobre, è stata convocata l’assemblea per i licenziamenti collettivi.
CRONACA
2 ottobre 2022
Castellammare. Gli ex termali al Comune: «Assumeteci, la svendita delle Terme si può evitare»