Torre del Greco. La scuola inizia a scoppio ritardato all’ombra del Vesuvio, dove – a dispetto della prima campanella suonata regolarmente lo scorso 13 settembre in tutti gli istituti comprensivi del territorio – i servizi di trasporto e mensa «in carico» all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba restano fermi al palo. E se la partenza dei bus per alunni e studenti è fissata per il prossimo 24 ottobre – a 40 giorni dal primo ingresso in aula, salvo ulteriori ritardi – l’arrivo di pasti caldi in classe non è previsto prima della metà di novembre. In pratica, a due mesi dall’inizio delle attività didattiche.
La rivolta dei genitori
Fino a oggi le comunicazioni della carovana del buongoverno di palazzo Baronale relative al «mondo della scuola» si sono limitate ai trionfalistici toni utilizzati dal primo cittadino per annunciare la distribuzione di 3.000 cedole libraie – la cui copertura economica è garantita per il 60% dalla Regione Campania – agli iscritti agli istituti superiori con famiglie in difficoltà economiche. Nessuna informazione ufficiale è arrivata, invece, in merito ai ritardi del trasporto scolastico e del servizio di refezione: circostanza capace di scatenare forti malumori tra i genitori di tutti gli istituti comprensivi del territorio, pronti a organizzare una vera e propria «mail action» per chiedere – attraverso pec inviate all’ufficio protocollo del Comune e al settore pubblica istruzione guidato dalla «dirigente di ferro» Luisa Sorrentino – delucidazione sull’avvio della mensa scolastica. «Questo servizio è fondamentale per garantire sia la fruizione piena del monte ore richiesto dalle famiglie – il testo della mail – sia per consentire ai piccoli un pieno inserimento nel gruppo classe sia per consentire ai genitori stessi di lavorare in serenità e con la certezza di garantire un pasto dignitoso ai propri figli». Concetti accompagnati dall’invito finale «a dare inizio effettivo e sollecito a un servizio così importante».
La risposta del Comune
Le speranze dei genitori, tuttavia, sono destinate a rimanere disattese. Almeno per un ulteriore mese. A provare a chiarire le ragioni del ritardo è il vicesindaco con delega alla pubblica istruzione: «Ho ricevuto qualche telefonata da diversi “portavoce” delle mamme di alunni e studenti – premette Enrico Pensati, esponente di Alleanza Democratica – Abbiamo dovuto avviare tre servizi con un ufficio ridotto a sole due unità in organico e abbiamo dato priorità alle cedole librarie per garantire a tutti il diritto allo studio: quest’anno abbiamo avuto 3.000 domande e per ogni istanza è necessario predisporre un’istruttoria. Anche per il trasporto scolastico ci sono state circa 1.500/1.600 richieste da trattare: le procedure sono state tutte ultimate e il 24 ottobre partiranno i bus». Insomma, l’inizio della scuola non è stata una «sorpresa» per l’amministrazione comunale. Ma a fare arrivare la carovana del buongoverno «impreparata» all’appuntamento sarebbero state le croniche criticità di personale lamentate in Comune: «Se tutto va bene, il prossimo 25 ottobre – prosegue il vicesindaco – partiremo con la raccolta delle iscrizioni per la mensa. Chiaramente dobbiamo garantire una finestra temporale di una quindicina o ventina di giorni per consentire la partecipazione degli interessati, poi potrebbe partire la mensa. Compatibilmente con i tempi, credo si vada intorno alla prima decade di novembre per l’arrivo dei pasti caldi a scuola». Ovvero, due mesi esatti dal suono della prima campanella. Salvo, ovviamente, ulteriori ritardi.
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