Una macchina per vincere che sembra non conoscere ostacoli. Dieci vittorie consecutive tra campionato e Champions, 25 gol segnati in serie A (con 15 marcatori diversi, primo posto nei cinque maggiori tornei in Europa) e 17 in Champions League in sole quattro partite, qualificazione agli ottavi di finale della competizione continentale già acquisita con due giornate di anticipo, in un girone di ferro che sembrava essere disseminato di ostacoli quasi insormontabili. Numeri da brividi che, dopo la vittoria con il Bologna, confermano come il Napoli di Luciano Spalletti, in termini di risultati e di bel gioco, sia un fenomeno di caratura europea. La grande rivoluzione orchestrata in estate dal duo De Laurentiis-Giuntoli, con gli addii di Koulibaly, Insigne, Mertens e Ospina, ha prodotto l’effetto opposto rispetto a quello che temeva una gran parte della tifoseria. Ora che gli azzurri dominano in Italia e in Europa, in termini di risultati e di qualità di gioco, l’entusiasmo si è riacceso in maniera esplosiva. Ieri al Maradona, per una gara di campionato ‘normale’ com’è quella col Bologna, erano presenti in 50 mila e grandi numeri sono attesi in futuro, almeno fino alla lunga sosta del campionato. A fine partita si è ritornati ai giri di campo della squadra, con i giocatori che si tengono per mano e la gente che canta ‘Sarò con te…’. Roba che non si vedeva dalla stagione 2017-2018, dai tempi dei 91 punti del Napoli di Sarri che fece innamorare per il gioco scintillante messo in mostra e che contese lo scudetto alla Juventus fino alla penultima giornata. Quest’anno Spalletti dispone di una rosa molto ampia con i giocatori che siedono in panchina tutti di un livello più o meno pari a quelli che scendono inizialmente in campo. Anche in questo caso contano le statistiche. Sono sette i gol messi a segno da calciatori subentrati, per un totale di 6 punti guadagnati. E poi ci sono i singoli giocatori e il rendimento di alcuni di loro, la base su cui si regge tutta l’impalcatura della squadra. Alcuni rappresentano per il campionato italiano novità assolute, gente che in soli tre mesi ha già lasciato un segno indelebile. Kvaratskhelia su tutti, ma anche Kim e Olivera hanno cambiato in meglio il volto della squadra. Ma anche da altre società italiane Giuntoli ha pescato la scorsa estate con intelligenza e lungimiranza, come confermano le prestazioni di Raspadori e Simeone, arrivati da Sassuolo e Verona e divenuti in pochissimo tempo beniamini dei tifosi grazie alle loro esaltanti prestazioni in maglia azzurra. Ma chi rappresenta al meglio e in maniera più spettacolare il nuovo corso di questo Napoli capolista in tutto, è sicuramente Kvaratskhelia, il ragazzo arrivato dalla Georgia che si sta imponendo come uno dei profili più importanti del calcio a livello mondiale. I numeri già dicono molto di questo giovanissimo campione (5 gol e 3 assist in campionato, 2 gol e 3 assist in Champions), ma quel che colpisce in maniera evidente è la sua capacità di essere leader in campo, di trascinare ogni volta la squadra verso il gol e verso la vittoria, con una maturità sorprendente per i suoi 21 anni. In campo è immarcabile, ha fatto impazzire tutti i difensori di fascia che ha incontrato lungo la sua strada. Il repertorio tecnico di Kvaratskhelia è completo: dribbling, velocità, controllo di palla, tecnica sopraffina, colpo di testa, tiro con entrambi i piedi, visione di gioco. Ora che Spalletti gli ha insegnato anche l’altruismo, caratteristica nella quale non brillava al momento del suo arrivo a Napoli, ogni traguardo sembra a portata di mano per lui e, di conseguenza, per la sua squadra.
SPORT
17 ottobre 2022
Non solo Kvara, il Napoli ha una macchina per vincere