Torre del Greco. Su via Panoramica a Trecase la «ricezione telefonica» funziona oppure no? Se qualcuno si aspettava una risposta chiara e definitiva dal processo in corso al tribunale di Torre Annunziata sulla monnezza connection all’ombra del Vesuvio sarà rimasto sicuramente deluso. Perché due anni di udienze non sono bastati a chiarire le ragioni dei mancati controlli «in tempo reale» della guardia di finanza durante gli incontri tra l’ex sindaco Ciro Borriello e i vertici della ditta Fratelli Balsamo: incontri – definiti «carbonari» dal pubblico ministero a capo dell’inchiesta sul presunto giro di mazzette da 20.000 euro al mese per la gestione dell’appalto dei rifiuti a Torre del Greco – monitorati dalle fiamme gialle con gps installati a bordo delle vetture in uso agli «indagati eccellenti» e telecamere puntate sull’abituale luogo degli appuntamenti, una rientranza della strada a ridosso del ristorante Le Dune. Ma se gli incontri fossero finalizzati al passaggio di bustarelle oppure al racconto di segreti inconfessabili se non tra amici di vecchia data resterà sempre un mistero.
L’ultima udienza
Neanche il brigadiere Gerardo Sorrentino – l’addetto alle intercettazioni e alla visione delle immagini delle telecamere installate dalle fiamme gialle durante le indagini – è riuscito a chiarire il mistero. Anzi. Durante il lungo interrogatorio condotto dall’avvocato Massimo Loffredo – difensore di fiducia dei tre imprenditori di viale Europa, insieme al collega Nicholas Balzano – il sottufficiale della guardia di finanza ha sconfessato il suo ex capitano Giuseppe Campobasso. Secondo cui il tempo trascorso tra la ripresa delle immagini «in diretta» e il successivo «scaricamento» in caserma si aggirava – proprio a causa della (presunta) scarsa ricezione – intorno all’ora: «Un’ora sicuramente no – ha chiarito il vicebrigadiere – Potevano essere necessari tra i tre minuti e i dieci minuti». Insomma, il tempo per un eventuale blitz c’era tutto. Anche perchè, come sottolineato dalla difesa dei titolari della ditta Fratelli Balsamo, gli investigatori erano già «a conoscenza» degli appuntamenti tra gli indagati grazie alle intercettazioni telefoniche. «C’era tutto il tempo per organizzare uno specifico servizio di controllo per verificare cosa accadesse in via Panoramica, perchè non è stato fatto?», la richiesta dell’avvocato Massimo Loffredo in aula. «Perché eventuali collegamenti telefonici sarebbero poi risultati complicati e c’era il rischio di fare “sgamare” l’inchiesta», la risposta dell’ultimo testimone in divisa del pubblico ministero.
Il blitz al ristorante
Eppure, in un’occasione, andò diversamente. L’inedito episodio è stato tirato fuori dal legale degli imprenditori di viale Europa per evidenziare le contraddizioni sulla scarsa ricezione telefonica: durante una cena in un locale a ridosso dell’abituale punto degli incontri carbonari, le telecamere della Finanza «catturarono» l’auto dell’allora assessore ai rifiuti Salvatore Quirino, inizialmente indagato e poi scagionato da ogni accusa. Un’auto civetta della finanza con a bordo (anche) il brigadiere Gerardo Sorrentino raggiunse in tempo reale il ristorante, ma senza «avvistare» l’auto dei Balsamo. Quindi, i finanzieri chiamarono da via Panoramica prima in caserma per verificare (attraverso il Gps) la presenza degli imprenditori di viale Europa e poi in procura per chiedere indicazioni su come procedere. «In quell’occasione effettuaste due chiamate da via Panoramica, come fu possibile?», l’affondo dell’avvocato Massimo Loffredo. «Eravamo a un centinaio di metri dal luogo abituale degli incontri, probabilmente lì la ricezione telefonica era migliore», la laconica risposta del brigadiere.
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