«La città cambia se ci sono uomini e donne che si impegnano e credono nel cambiamento, sporcandosi le mani, e i giovani in questo devono essere messi in prima fila». Il Vescovo dell’arcidiocesi Sorrento-Castellammare, Francesco Alfano, lunedì sera, presso il Teatro karol della parrocchia Sant’Antonio di Padova, ha inaugurato una serie di incontri finalizzati ad aprire un dibattito sociale sul futuro di Castellammare. Un evento nato e fortemente voluto dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, evento drammatico per la città e per i cittadini che pian piano si sono allontanati sempre di più dalla politica. “Questo silenzio fa rumore: dalla sfiducia alla speranza” è stato questo infatti il titolo del primo incontro. «Questo silenzio fa rumore, c’è un silenzio difficile da interpretare. Un silenzio che per qualcuno può significare paura, per altri per capire, per altri attesa – spiega il Vescovo – Non c’è stata una reazione forte, soprattutto una reazione corale della città, nei confronti di quello che è accaduto. Non possiamo rimanere indifferenti, per questo il riferimento al testo del profeta Isaia: Se il Signore agli Ebrei che erano in esilio ha assicurato che avrebbero potuto attraversare il deserto superando l’ostacolo, anche noi dobbiamo vincere questo tempo di isolamento nel quale l’individuo si chiude e prova sfiducia per la politica e per lo sviluppo della città. Dobbiamo superare questo momento. Stiamo in silenzio ma ascoltiamoci, un silenzio positivo, il silenzio di chi si mette in ascolto dell’altro per trovare punti di contatto. Sfruttiamo questo tempo non aspettando la scadenza elettorale, ma ascoltiamo e invogliamo tutti quelli che possono e hanno le capacità di scendere in campo. È doveroso, perché il bene lo si fa insieme». Per il vescovo Alfano è essenziale non lasciarsi andare alla nostalgia, “a quello che era”, perché questa può accecare il cittadino non facendogli cogliere le potenzialità e le bellezze del presente: «Da una parte è giusto avere memoria del passato. Ma leggere la storia con nostalgia ci fa vedere solo il bene nel passato e non ce lo fa cogliere nel presente – dice il Vescovo – Il nostro compito, non solo di cittadini, ma di cittadini credenti, è quello di riconoscere le energie positive e i germi di bene e di metterli insieme, perché possono essere un contributo per costruire un futuro. È questo l’obiettivo di questo percorso che cerchiamo di fare senza sostituirci al mondo politico, ai partiti». Per don Francesco Alfano la partecipazione dei giovani è essenziale per la rinascita sociale e la loro fuga va fermata ascoltandoli e rendendoli partecipi del cambiamento: «La fuga dei giovani è un dramma che viviamo a livello nazionale. A Castellammare lo stiamo vivendo in modo drammatico. Il lavoro manca, le possibilità di vivere bene sono ridotte, la valorizzazione dei talenti non è così evidente, la malavita scoraggia – spiega il Vescovo – Sono tanti i fattori che causano il fenomeno. Ma questo non ci deve esimere dall’intervenire. Abbiamo il dovere di stare vicino ai giovani, accompagnandoli, incoraggiandoli, ascoltandoli e soprattutto sostenendoli. Ne ho conosciuto molti che hanno amore per la città ma soprattutto idee e proposte per farla rinascere. La città cambia solo se c’è chi crede nel cambiamento, ed in questo i giovani devono essere in prima fila, senza essere lasciati da soli».
CRONACA
26 ottobre 2022
Castellammare. Il Vescovo scuote i giovani: «Potete cambiare il futuro della nostra città»