Ercolano. Ha passato l’intera giornata attaccato al suo smartphone per coordinare – insieme ai vertici della polizia municipale – gli interventi per fronteggiare le criticità provocate dalla bomba d’acqua caduta sul Vesuviani e per rispondere ai sindaci inviperiti per l’errata valutazione dell’allerta-meteo da parte della protezione civile della Regione Campania.
Perché Ciro Buonajuto non è solo il primo cittadino di Ercolano bensì il vicepresidente nazionale dell’Anci, punto di riferimento per le fasce tricolori del territorio.
Al termine di quattro ore da incubo, la conta dei danni all’ombra del Vesuvio è sconsolante: strada d’accesso al Gran Cono interrotta a causa di un crollo, cedimento del muro di contenimento a ridosso dello stadio comunale Raffaele Solaro e strada invasa da fango e detriti, voragine al centro di via Benedetto Cozzolino – all’altezza dell’incrocio del cimitero – e traffico in tilt. «Le emergenze sono state registrate in tutte le città, fortunatamente non ci sono stati feriti», sospira lo storico pupillo dell’ex premier Matteo Renzi.
A cui si sono rivolti i colleghi della fascia costiera per fare la «voce grossa» con la protezione civile della Regione Campania: «Purtroppo, il bollettino annunciava “solo” un allerta giallo – sottolinea Ciro Buonajuto -. In casi del genere, il protocollo non prevede la chiusura delle scuole. Ma al netto dell’errata previsione resta un dato: i sindaci sono lasciati sempre soli a fronteggiare emergenze del genere. A prescindere dal colore dell’allerta, il muro di via Doglie sarebbe crollato ugualmente: alle amministrazioni comunali mancano i fondi per la sicurezza e ora mancheranno i finanziamenti per sistemare tutti i danni provocati dal maltempo».
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