Torre del Greco. L’investitura pubblica è arrivata durante la presentazione della rassegna «De gustibus er Historia» a palazzo Baronale e rischia di creare seri imbarazzi all’interno del neonato terzo polo messo in piedi da Italia Viva e Azione a Torre del Greco.
Perchè se i coordinatori cittadini Luisa Liguoro e Domenico Balzano – insieme a Rosario Rivieccio, neo-nominato «collega» alla guida locale del partito di Carlo Calenda – si affannano a sottolineare che il candidato sindaco sarà scelto solo alla vigilia del voto del 2023, Francesco Iovino non è sembrato avere dubbi: «In politica esistono anche persone serie e perbene, capaci di creare una rete con amministratori virtuosi: anche in prospettiva, Giovanni Palomba è un bravo sindaco e una persona perbene. E Torre del Greco ha bisogno di persone perbene» le parole pronunciate dal consigliere regionale di Italia Viva sotto agli occhi di un gongolante Michele Langella, in Comune espressione di Alleanza Democratica – il contenitore politico promosso dall’ex senatore Nello Formisano – e suo braccio destro negli uffici del centro direzionale di Napoli.
Concetti chiari e «pesanti» sia perchè espressi all’indomani delle «precisazioni» dei riferimenti terzopolisti all’ombra del Vesuvio sia perchè pronunciati alla presenza di una «interessata» Annarita Patriarca, il consigliere regionale di Forza Italia arrivata in parlamento con le elezioni del 25 settembre. Una presenza non casuale, perchè il «feeling» tra Giovanni Palomba e Annarita Patriarca si è rafforzato in occasione dell’ultima corsa alle urne – complice il passaggio in maggioranza dei “berluscones” guidati a livello locale dal commissario cittadino Dario Colombo – e si potrebbe «proiettare» sul voto del 2023 a Torre del Greco.
Una (solida) base su cui Giovanni Palomba proverà a costruire le condizioni per un – impronosticabile, a metà mandato – bis alla guida della quarta città della Campania.