Torre del Greco. Gli ispettori del settore Nu scendevano regolarmente in strada e contestavano puntualmente alla ditta Buttol le inadempienze e i disservizi in materia di mancata raccolta dei rifiuti e mancato spazzamento. Ma le penali messe nero su bianco dal direttore esecutivo del contratto, poi, non sarebbero state «conteggiate» all’interno delle liquidazioni di pagamento mensile al colosso ambientale con sede legale a Sarno. In pratica, le multe diventavano «fantasma» a tutto beneficio della ditta Buttol. L’inquietante scenario emerge dall’avviso di conclusione delle indagini firmato dal sostituto procuratore Bianca Maria Colangelo della procura di Torre Annunziata per lo scandalo rifiuti all’ombra del Vesuvio. All’interno della 23 pagine del provvedimento un ampio capitolo è dedicato alla «cabina di regia» delle penali costituita da Claudia Sacco, Aniello Rivieccio, Francesco Liguoro per il Comune – rispettivamente dirigente del settore ambiente, responsabile unico del procedimento e direttore esecutivo del contratto – e da Luca Di Monte, Feliciano Ciccarelli e Alessandro Nardi per l’azienda di igiene urbana. Per tutti, limitatamente a questa vicenda, la titolare del fascicolo ipotizza il reato di abuso d’ufficio.
Il danno record
Secondo le stime della procura, dirigente e funzionari dell’ente di palazzo Baronale avrebbero «intenzionalmente procurato alla ditta Buttol un ingiusto vantaggio economico, consistente nell’avere liquidato una maggiore somma rispetto a quella dovuta per i servizi di igiene urbana». Una cifra calcolata in 81.516 euro – corrispondente alla differenza tra il totale dovuto al netto delle penali e il totale liquidato ogni mese – solo per il periodo dal febbraio del 2020 al marzo del 2021, con corrispondente danno per il Comune di Torre del Greco.
L’analisi delle fatture
La ricostruzione degli investigatori si basa su 10 fatture emesse dall’ente di largo Plebiscito nel periodo di riferimento. Lo «schema» adottato al secondo piano del complesso La Salle sarebbe stato sempre identico: le penali venivano segnalate attraverso apposite note, ma – all’atto della liquidazione mensile – la procura rileva come «nessuna penale veniva di fatto detratta dal canone mensile sebbene il Rup avesse comunicato alla Buttol l’applicazione delle penali comminate dal Dec, assegnando un termine di 5 giorni per la produzione di giustificazioni, decorso il quale si sarebbe proceduto a detrarre la somma». Un teorema confermato dal consulente tecnico della procura e dalla documentazione acquisita dagli investigatori durante le varie fasi delle indagini. Insomma, al netto delle richieste di revisione dei costi avanzate dalla ditta Buttol, gli «sconti» in fattura sarebbero stati ugualmente riconosciuti al colosso ambientale sebbene con modalità ritenute fuorilegge dalla procura di Torre Annunziata.
I prossimi step
Vista la natura squisitamente documentale della vicenda, non è escluso che gli indagati – come previsto dalla legge – possano decidere di essere ascoltati nei prossimi giorni per provare a chiarire la propria posizione o il «funzionamento» delle procedure di pagamento. In ogni caso, gli indagati – entro i prossimi 20 giorni – potranno produrre memorie difensive o documentazione per provare a scardinare il castello accusatorio sulle «penali fantasma».
@riproduzione riservata