Torre del Greco. E’ stato l’argomento-chiave dei primi 4 anni di mandato del sindaco Giovanni Palomba, la «grana» su cui sono state firmate decine di denunce e segnalazioni alle autorità giudiziarie per fare luce sugli aspetti controversi dell’appalto per la raccolta dei rifiuti all’ombra del Vesuvio. E non a caso, all’interno delle venti pagine dell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal sostituto procuratore Bianca Maria Colangelo della procura di Torre Annunziata, vengono citati come «fonti di prova» gli esposti firmati dal consigliere comunale Luigi Mele – all’epoca seduto tra i banchi della minoranza e oggi braccio destro del primo cittadino, con delega all’ambiente – e dall’ex sindaco Valerio Ciavolino, presidente della commissione speciale di inchiesta formata all’indomani della revoca «forzata» dell’appalto al consorzio Gema. Eppure, durante il day after lo scoppio dell’ennesima bufera giudiziaria a palazzo Baronale neanche una voce si è alzata in consiglio comunale – convocato in tempi non sospetti per discutere una serie di variazioni di bilancio – per invitare il sindaco a rassegnare le dimissioni dopo il secondo avviso di garanzia in sei mesi o a rimuovere la super-dirigente Claudia Sacco accusata di spifferare i segreti d’ufficio. Zero assoluto, come se l’inchiesta non riguardasse Torre del Greco e non toccasse un settore storicamente «caldo» dell’ente di largo Plebiscito.
Il doppio ribaltone
L’opposizione – durante le tre ore di confronto in aula – si è dilungata in stucchevoli questioni procedurali, mentre non si è soffermata un secondo sul nuovo scandalo rifiuti. D’altronde, oggi in minoranza sono seduti cinque ex esponenti della maggioranza – il soldato Luigi Caldarola, il casilliano Vittorio Guarino, il delegato ai trasporti Salvatore Gargiulo, l’avvocato Luisa Liguoro e Gaetano Frulio – tutti alleati di Giovanni Palomba & co. durante il periodo preso in esame dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore Bianca Maria Colangelo. E nessuno, compreso lo stesso ex sindaco Valerio Ciavolino e i grillini Santa Borriello e Vincenzo Salerno, si è lanciato in «osservazioni» o commenti pubblici sulla vicenda.
Il secondo filone
La sensazione diffusa in municipio è che quello chiuso dalla procura di Torre Annunziata sia solo un primo filone (tecnico) sullo scandalo rifiuti a Torre del Greco. E che – viste le «energie» e l’impegno profuso all’epoca della crisi Nu da diversi esponenti della maggioranza dell’epoca – il silenzio, per quanto agghiacciante, sia la migliore «strategia» politica in attesa degli eventi.
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