Torre del Greco. L’ultimo bando di gara per l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti a Torre del Greco sarebbe stato predisposto “su misura” della ditta Buttol. E’ la convinzione maturata dal sostituto procuratore Bianca Maria Colangelo della procura di Torre Annunziata al termine delle indagini costate un avviso di garanzia e lo spettro di un processo al sindaco Giovanni Palomba e a 13 funzionari comunali e responsabili del colosso ambientale con sede legale a Sarno. A cui, secondo la ricostruzione dei magistrati, sarebbe stato spianato un tappeto rosso per portare a casa – praticamente senza rivali – l’appalto da 41 milioni e spiccioli.
Il cuore dell’inchiesta
Dopo avere aperto le porte del Comune alla ditta Buttol attraverso la mini-gara da sei mesi, l’ente di palazzo Baronale promosse un nuovo bando della durata di 5 anni: un bando – scrive il sostituto procuratore – predisposto “su misura” per l’azienda «cara» a diversi esponenti della maggioranza targata Giovanni Palomba, attraverso «mezzi fraudolenti» contestati all’intero pool dirigenziale del settore ambiente e al consulente esterno Antonino Di Palma.
Il piano industriale
All’architetto di Vico Equense – un «esperto» già chiamato in municipio all’epoca dell’ex sindaco Gennaro Malinconico, quando l’assessore ai rifiuti era il super-poliziotto Francesco Balestrieri – la procura di Torre Annunziata contesta di avere presentato un piano industriale per la Nu in cui si prevedevano 5 centri di raccolta in realtà non esistenti sul territorio di Torre del Greco, senza fornire indicazioni in ordine ai costi di gestione e di attivazione degli stessi. Non solo: lo stesso piano industriale – approvato dalla maggioranza dell’epoca in consiglio comunale – prevedeva l’impiego di 144 unità, senza giustificare tale numero atteso che le unità lavorative con diritto al passaggio di cantiere erano solo 119. E poi una serie di anomalie e «dimenticanze» su mezzi e attrezzature capaci di dissuadere la partecipazione del massimo numero di operatori eventualmente interessati ai servizi di igiene urbana all’ombra del Vesuvio.
Il capitolato «speciale»
Prima il rup Claudia Sacco e poi il dirigente Ernesto Merlino lasciavano passare «in cavalleria» il piano industriale «caratterizzato da gravi errori progettuali – scrive il pm – in violazione dei principi di efficacia, correttezza e trasparenza» e poi sfociato nel capitolato speciale d’appalto approvato dall’ex dirigente Generoso Serpico e «cuore» del bando sottoscritto dal dirigente Giuseppe D’Angelo come responsabile della centrale unica di committenza. Grazie all’apposita «clausola» delle precedenti esperienze in città con popolazione superiore a 80.000 abitanti – ritenuta «fortemente selettiva» dalla procura di Torre Annunziata – alla fine l’unica offerta fu presentata dalla ditta Buttol, già «in carica» a Torre del Greco in forza della mini-gara di sei mesi.
I mancati controlli
Dopo l’aggiudicazione provvisoria, né Claudia Sacco né il rup Aniello Rivieccio avrebbero poi effettuato i dovuti controlli a carico della ditta Buttol e del suo amministratore unico Antonio Cappelluccio. Arrivando all’aggiudicazione efficace dell’appalto da 41 milioni in tempi record, già il 20 settembre. Chiudendo così il cerchio del bando predisposto – secondo il sostituto procuratore Bianca Maria Colangelo – proprio “su misura” del colosso ambientale gradito a diversi esponenti della (ex) maggioranza.
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