Rosa Scaramella, la Cassazione annulla il procedimento per l’assenza dei gravi indizi di colpevolezza per le accuse di droga e per la partecipazione al clan Gallo-Cavalieri. Un nome di calibro quello della donna nota perché sorella di Giorgio e Domenico imputati per l’omicidio di Maurizio Cerrato, ucciso il 19 aprile dello scorso anno dopo una lite per motivi di parcheggio. Maurizio
fu ucciso davanti alla figlia per la quale era intervenuto per difenderla dopo che i due le avevano distrutto la ruota della macchina. La donna fu arrestata nella maxi retata che vide gli agenti del commissariato di Torre Annunziata emettere le misure cautelari in carcere su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. I reati ipotizzati nei confronti degli indagati furono, a vario titolo, detenzione e porto di armi da fuoco, detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e tentato omicidio aggravati dal metodo mafioso.La Polizia di Stato notificò i provvedimenti cautelari tre donne e nove uomini: Luca Cherillo, Umberto Perna; Giorgio, Rosa e Giovanni Scaramella; Rosa Riso; Marianeve e Francesco Chierchia; Michele Colonia; Antonio Gallo; Antonio Cirillo e Salvatore Zingone.
La Corte d’Appello aveva confermato la custodia cautelare in carcere. La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Antonio De Martino perchè non ci sarebbero prove a sufficienza per sostenere che la donna facesse parte del clan Gallo Cavalieri. Adesso toccherà al Riesame decidere sulla scarcerazione.
Insomma una decisione che ovviamente fa subito riaccendere i riflettori anche sul processo di Cerrato dove la stessa donna è imputata perchè considerata tra le complici di quell’assurdo massacro.
CRONACA
17 novembre 2022
Torre Annunziata, la Cassazione scagiona Scaramella