Napoli. Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia, si allentano anche nelle chiese italiane le restrizioni anti-contagio da Covid. E tra i segni più evidenti, il fatto che all’entrata e all’uscita dalle chiese i fedeli potranno segnarsi di nuovo con l’acqua benedetta delle acquasantiere, mentre soprattutto, durante le messe, si tornerà a stringersi la mano al momento dello scambio del segno di pace.
“E’ possibile tornare nuovamente a ripristinare l’uso delle acquasantiere”, e “si potrà ripristinare la consueta forma di scambio del segno della pace”, sono infatti alcuni dei “consigli e suggerimenti” relativi alle misure di prevenzione della pandemia contenuti in una lettera inviata ieri dalla Presidenza della Cei ai vescovi italiani.
Tra le raccomandazioni, comunque, che “non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al SARS-CoV-2”, mentre “si valuti, in ragione delle specifiche circostanze e delle condizioni dei luoghi, l’opportunità di raccomandare l’uso della mascherina”.
La lettera della Presidenza Cei premette che “la normativa di prevenzione dalla pandemia da Covid-19 non è stata oggetto di interventi recenti del Governo”. Sembra, tuttavia, “opportuno continuare a condividere” alcuni consigli e suggerimenti”.
E tra questi ci sono anche che “è consigliata l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto”; “è possibile svolgere le processioni offertoriali”; “non è più obbligatorio assicurare il distanziamento tra i fedeli che partecipino alle celebrazioni”.
Inoltre, “si consiglia ai Ministri di igienizzare le mani prima di distribuire la Comunione”, e “nella celebrazione dei Battesimi, delle Cresime, delle Ordinazioni e dell’Unzione dei Malati si possono effettuare le unzioni senza l’ausilio di strumenti”.
Il libero margine di azione da parte delle singole diocesi è salvaguardato dal fatto che, “tenuto conto delle specifiche situazioni locali i singoli Vescovi possono, comunque, adottare provvedimenti e indicazioni più particolari”, conclude la lettera.
Risalgono all’inizio di marzo del 2020 le prime misure stabilite dalla Conferenza episcopale italiana per affrontare la pandemia, in sintonia con le decisioni che venivano adottate in sequenza dal governo nazionale. Quella che più colpì fu certamente la sospensione delle messe aperte al popolo su tutto il territorio della Penisola.
I nuovi “consigli e suggerimenti” ampliano quelli risalenti allo scorso giugno, tra i quali non erano presenti l’assenza dell’obbligo del distanziamento fra i fedeli e soprattutto il ritorno dello scambio della pace. “Si tornerà a stringersi la mano, chi se la sentirà ovviamente, abbandonando l’occhiata lanciata al vicino di banco o il saluto con inchino e mani giunte dal sapore vagamente nipponico”, rileva oggi Avvenire.
Per quanto riguarda la Comunione, che non viene menzionata, “vige lo status canonico di sempre: la possibilità per i fedeli di ricevere l’Eucaristia direttamente in bocca o sulla mano, in piedi o in ginocchio”, aggiunge il giornale dei vescovi.