Pagani/Poggiomarino. Patto tra clan: si costituisce in carcere a Salerno Giuseppe De Vivo, il 43enne ritenuto uno dei capi della cosca Fezza/De Vivo che aveva stretto alleanze con la consorteria di Giugliano ‘o minorenne di Poggiomarino. De Vivo si è presentato a Fuorni con l’avvocato difensore Giovanni Pentangelo dopo essersi reso irreperibile venerdì scorso dalle forze dell’ordine che avevano effettuato il blitz su disposizione della Dda di Salerno.
Su di lui pesano gravi indizi di colpevolezza sull’associazione malavitosa finalizzata alle estorsioni e allo spaccio di droga. Intanto non hanno risposto alle domande del gip, Alfonso Manzella Zuccherino (neo melodico) e il patrigno Rosario Giugliano alias ‘o minorenne.
Entrambi erano attesi dall’interrogatorio di garanzia in carcere dal gip Piero Indinnimeo del tribunale di Salerno e nessuno dei due ha parlato. Si è avvalso della facoltà di non rispondere anche Anthony Acquaviva di Pagani anche lui finito dietro le sbarre di Fuorni.
Il poggiomarinese Rosario Giugliano è considerato dal pm Elena Guarino l’ideatore di una serie di operazioni criminali che avrebbe visto anche l’ex assessore di Pagani Alfonso Marrazzo (che ha rigettato le accuse) a cercare di infiltrarsi nel Consorzio di gestione dei servizi “Le Cotoniere” all’interno della zona industriale di Fosso Imperatore a Nocera Inferiore.
Giugliano avrebbe consigliato la cosca paganese di usare un nuovo metodo sull’acquisto della droga vale a dire che ogni pusher poteva acquistarla ovunque e da chiunque purchè lo spacciatore avesse versato una certa somma mensile al cartello criminale.
E sempre Giugliano ‘o minorenne era stato insieme a Fezza e De Vivo uno degli organizzatori del pizzo chiesto a Domenico Chiavazzo (titolare di una ditta di sanificazione ad Angri) poi vittima di un attentato per mano di Alfonso Manzella Zuccherino e Nicola Liguori, riconosciuti colpevoli da due gradi di giudizio e ora attesi dalla Cassazione. Sia per Acquaviva che per Giugliano ‘o minorenne (difeso da Giuseppe Della Monica) che per Alfonso Manzella Zuccherino (assistito da Vincenzo Calabrese) si profila il ricorso al Riesame dopo il rigetto delle istanze presentate dalle difese al gip.
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